Era uno dei temi più controversi del Preventivo e in effetti ha portato il Gran Consiglio a dibatterlo nella forma organizzata - decisione presa con una richiesta scritta all’ultimo e con un solo voto di scarto: la pedagogia speciale e la sua riduzione di 2 milioni proposta dal rapporto di maggioranza di Plr, Centro e Lega ma sonoramente bocciata in aula: 50 i voti favorevoli, 28 i contrari (Plr e alcun democentristi e leghisti).
Botta e risposta in aula
La misura era contestata da tre diversi emendamenti: uno firmato anche dal presidente del Centro Fiorenzo Dadò, al cui indirizzo Plr e Lega già nei giorni scorsi non hanno risparmiato frecciatine, minacciando addirittura di non più sostenere i conti; gli altri due dalla verde Nara Valsangiacomo e da Maria Pia Ambrosetti di Helvethica. Sinistra e Centro, ma anche diversi parlamentari della Lega, si sono dunque battuti contro il taglio, parlando di “investimento per il futuro”, di una crescita dei bisogni specchio della società. Di “tagli alla carlona”, per dirla come Giuseppe Sergi dell’MpS, “improvvisati e ingiustificati”. “Non è risparmiando questi due milioni per bambini fragili che si sistemeranno le finanze”, il pensiero di Dadò ripreso anche dalla leghista Sabrina Aldi.
Sul fronte opposto il PLR. “Ci tengo a respingere tutte le accuse di insensibilità per un lavoro atto a correggere una spesa triplicata”, ha detto Bixio Caprara che è anche relatore di maggioranza. “Si continua a preventivare una crescita ma è poco verosimile, un domani avremo più allievi seguiti con questa modalità”. “Questa correzione", ha concluso richiamando anche alla simmetria dei sacrifici, "non vuole mettere in discussione l’aumento in quanto tale, ma cerca di porre dei limiti”. Diversi deputati del suo gruppo lo hanno seguito.
La replica del DECS
“Non è vero che i costi in questo ambito sono fuori controllo, sono controllati costantemente e non solo dalla sezione”, ha poi replicato la direttrice del Decs Marina Carobbio, auspicando un invito per parlarne dettagliatamente coi deputati. “C’è un aumento perché maggiore, oggi, è l’attenzione verso questi casi”, ha continuato focalizzandosi poi sulle cifre, alcune legate anche alle leggi applicate in passato. La pedagogia speciale riguarda 3mila allievi su 57mila ed è molto variegata: logopedia, psicomotricità, autismo, solo per citare alcuni ambiti. Le conseguenze del taglio? “La riduzione del contributo della logopedia privata, degli interventi preventivi dei più piccolini, del tasso preso a carico dalla scuola speciale”, ha per esempio esposto Carobbio, citando anche i maggiori costi a carico delle prestazioni sociali se non si interviene per tempo.
Cosa è stato respinto
A inizio pomeriggio è stata invece approvata la prima misura proposta dalla maggioranza commissionale: il taglio di ulteriori 7 milioni alle spese per beni e servizi. Respinti, dunque, i due emendamenti al decreto: uno ecologista chiedeva di stralciarlo, un secondo leghista di raddoppiarlo. Ciò che anche secondo il consigliere di Stato Christian Vitta sarebbe stato “assai problematico”.