Ticino
Il lupo colpisce ancora, "Dobbiamo riunirci e fare un'azione di forza"
© Ticinonews
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Redazione
un mese fa
Il grande predatore nel fine settimana ha colpito un alpeggio nella valle di Sementina, scatenando la reazione del mondo agricolo. L'associazione per la protezione del Territorio dai grandi predatori: "Le autorità sono sorde, ma l'alpicoltura in Ticino è agli sgoccioli".

"Basta lupi, Cantone sveglia". Questo era lo slogan dell'ultima manifestazione degli agricoltori contro il grande predatore, avvenuta sul ponte di Visletto, in Vallemaggia, in occasione della visita dei consiglieri di Stato alle regioni colpite dall'alluvione avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 giugno. Un'agitazione organizzata dall'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP) che potrebbe presto lasciare spazio a una nuova azione di protesta, soprattutto dopo l'ultima predazione registrata nel fine settimana nella valle di Sementina. "Dobbiamo riunirci e fare un'azione di forza", ha detto a Ticinonews Marco Turchetti, agricoltore ticinese che da oltre 60 anni porta le pecore sugli alpeggi da cui si diramano le valli di Preonzo, Gorduno e Sementina e conosce bene Elvis Morisoli, l'allevatore colpito nella notte tra venerdì e sabato da una predazione di notevoli dimensioni.

"Le autorità sono sorde"

Turchetti ha spiegato che la sua intenzione è quella di gettare la spugna. "Durante l'inverno liquiderò l'attività, è inutile star qui a buttar via tempo e soldi per avere, durante l'estate, le pecore in balia del lupo". Una tradizione, quella di passare la bella stagione all'alpeggio, che per Armando Donati, presidente dell'Associazione per la protezione del Territorio dai grandi predatori, sezione Ticino, sarebbe vicino alla fine. "Molti allevatori con cui ho parlato mi hanno detto che non intendono più salire all'alpe, sta finendo l'alpicoltura in Ticino e ci saranno conseguenze enormi sul territorio, sul turismo, sul settore primario e sull'allevamento. I miei colleghi sono stufi di scrivere lettere e mandare comunicati ai media, abbiamo capito che non serve a nulla. Le autorità da vent'anni sono sorde, non ci ascoltano".