
Il manifesto originale della 77esima edizione del Locarno Film Festival non è di certo passato inosservato, tanto che sono i diversi i fotomontaggi satirici che quest'oggi hanno fatto il giro della rete. Ma se da una parte c'è l'ironia, dall'altra ci sono i legami tra Annie Leibovitz, la fotografa statunitense autrice del poster, e Maja Hoffmann, presidente della kermesse. Un tema che la stampa d'oltre Gottardo, in particolare il TagesAnzeiger, ha voluto approfondire per cercare di capire il costo dell'opera.
Hoffmann ha acquisito l'archivio di Leibovitz
Per il "tagi" difficilmente il poster rappresenta un atto d'amore per l'artista statunitense. Già, la LUMA Fundation, organizzazione senza scopo di lucro fondata dalla Hoffmann, nel marzo del 2017 ha acquisito gli archivi della fotografa. Un'operazione, è stato specificato ai tempi dalla stessa Fondazione, "resa possibile nell'ambito del 'Living Archive Program', un'iniziativa con l'obiettivo di rendere accessibili al pubblico gli archivi di artisti viventi di diversi settori, come fotografia, design, letteratura, cinema e danza". Un anno prima, invece, Ubs aveva finanziato una mostra itinerante della stessa Leibovitz. Banca che -ricordiamo- è tra gli sponsor principali della kermesse. Ma non è finita qui, perché facendo qualche ricerca in rete, emerge che Leibovitz nel 2009 ha chiesto ad Art Capital Group un prestito di 22 milioni, poi aumentato a 24, mettendo come garanzia i diritti d'autore delle sue opere e diverse case di sua proprietà. L'artisti non riuscì a ripagare in tempo il debito e per questo fu citata in giudizio dagli avvocati della Art capital Group per mancato pagamento del prestito.
"È un gesto nobile aiutare le star in difficoltà, ma..."
In chiusura dell'articolo il TagesAnzeiger afferma che "aiutare le star d'oltreoceano in difficoltà è un gesto nobile da parte del Festival ticinese e della sua presidente, ma la promozione della cultura è un'altra cosa, soprattutto quando si tratta di un manifesto che negli anni -grazie al lavoro dei grafici- ha contribuito in modo significativo a creare l'identità del Locarno Film Festival".
Le critiche degli esperti e i meme dalla rete
L'immagine scelta per il poster di quest'anno, ritrae un leopardo sugli scogli del Verbano in una giornata uggiosa. Per Hoffmann il felino è "un simbolo perfetto dei nostri tempi". Così non la pensano tante altre persone. Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x Museo e dello Spazio Officina di Chiasso, ieri a Ticinonews ha dichiarato che "si aspettava qualcosa di più e dall'immagine non si capisce il tema dell'anno (la retrospettiva è dedicata al centenario della casa di produzione statunitense Columbia Pictures ndr). Lulo Tognola, sul portale di LiberaTv, afferma che il poster "non stuzzica e lascia indifferenti". L'esperto lancia inoltre un'idea: "Nella Svizzera italiana abbiamo scuole che preparano grafici e comunicatori visivi come il CSIA e la Supsi. Perché non pensare a un concorso aperto a questi studenti? Perché non dar loro la possibilità di mettersi in gioco?".
Oltre agli esperti, il manifesto ha scatenato l'ironia della rete, dove questa mattina sono apparsi diversi meme sul tema. La pagina Instagram de "Il ticinese medio", ad esempio, scriveva "Smarrito pardo nei pressi di Locarno, non avvicinatevi, è molto diffidente. Se lo vedete contattateci in privato per favore". Accanto, nella descrizione, la scritta " il Festival era in ritardo con il volantino e allora l’ha fatto fare all’AI". Oltre a questo sono diversi i fotomontaggi apparsi, tra questi l'appello del leopardo che dice di "assumere un disegnatore grafico", all'uso del manifesto per il 50esimo dello Zoo di Magliaso, fino alla Zebra sul Ceresio che vuole essere l'immagine della Festa della Musica di Mendrisio.