Votazioni 9 giugno
Il Municipio di Lugano ribadisce il suo “sì” all'acquisto dello stabile EFG
©Chiara Zocchetti
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Redazione
10 mesi fa
Secondo l'Esecutivo, ripiegare su soluzioni transitorie comporterebbe non solo maggiori costi per tutti, ma anche “rinunciare all’unica alternativa valida per realizzare un polo della Giustizia moderno e funzionale".

Il Municipio di Lugano ribadisce la sua raccomandazione di voto per l’appuntamento alle urne del 9 giugno relativa al tema del nuovo Palazzo di giustizia. L’Esecutivo invita tutti ad accettare il decreto legislativo del 7 febbraio concernente lo stanziamento di due crediti: il primo di 76 milioni di franchi per acquistare l’edificio ex Banca del Gottardo a Lugano, di proprietà di EFG Bank SA, e il secondo di 6,44 milioni per la progettazione della ristrutturazione e l’adeguamento logistico dello stabile. Tale credito, ricorda il Municipio in un comunicato, servirà anche per realizzare uno studio di fattibilità e progettare gli spazi destinati alla sede provvisoria, necessaria al momento della ristrutturazione del Palazzo di Giustizia.

“L’unica alternativa”

Ripiegare su soluzioni transitorie comporterebbe “non solo maggiori costi per tutti”, ma anche “rinunciare all’unica alternativa valida per realizzare un polo della Giustizia moderno e funzionale, con spazi adeguati e servizi migliori, a beneficio di tutta la popolazione”. Questo investimento nasce dalla necessità, non più procrastinabile, “di ristrutturare completamente il vetusto Palazzo di Giustizia, per poter finalmente disporre di spazi e strutture sicure, dignitose e consone all’operato delle Autorità, e anche per migliorare i servizi garantiti ai cittadini di oggi e di domani”. L’attuale sede realizzata negli anni ’60, si legge ancora, “presenta un’evidente obsolescenza strutturale e tecnologica; le sue dimensioni non sono più sufficienti per accogliere le Autorità giudiziarie e amministrative che hanno sede a Lugano, considerando anche l’aumento del personale registrato negli ultimi vent’anni”.

Cosa cambierà

Il nuovo Palazzo di Giustizia accoglierà in particolare il Tribunale di appello, la Pretura civile, la nuova Pretura di protezione (oggi Autorità di protezione), l’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e altre Autorità amministrative (esecuzione, fallimenti, registro fondiario, ...). Con l’acquisto dello stabile sarà possibile procedere alla ristrutturazione dell’attuale Palazzo di Giustizia dove rimarranno ubicati il Ministero pubblico e la Polizia cantonale.

Le conseguenze del “no”

Rinunciare a questo investimento comporterà costi complessivi stimati in circa 183 milioni di franchi, “senza peraltro risolvere i problemi logistici della giustizia ticinese e rischiando di comprometterne il buon funzionamento. Sarà necessario liberare l’attuale edificio e dislocare le Autorità in sedi transitorie, con costi significativi di trasloco, adeguamento di spazi e locazioni per i prossimi quindici anni”.

Il rapporto

Nel rapporto 2022 del Consiglio della Magistratura e delle Autorità giudiziarie, si evidenzia che “la situazione logistica generale della giustizia ticinese resta in parte ancora inadeguata e, almeno per certe realtà, oggettivamente indecorosa”. Le carenze logistiche “comportano l’impossibilità di offrire sufficienti spazi alle attività e alle persone, di garantire una sicurezza minima per magistrati e utenti, nonché di mettere a diposizione supporti tecnici al passo con i tempi che possano realmente favorire una qualità e una velocità del lavoro paragonabile a quella offerta ai magistrati dalla Confederazione e dagli altri Cantoni”.

Perché il “sì”

Votare “sì”, conclude l’Esecutivo, “significa concretizzare un investimento sostenibile a livello ambientale e sociale, attraverso il recupero e la valorizzazione di stabili esistenti e l’accesso facilitato dalla futura rete tram-treno”. Significa “dotarsi di strutture logistiche al passo con i tempi per adeguarsi al processo di digitalizzazione della giustizia in fase di sviluppo a livello federale e cantonale, migliorando così l’efficienza e l’accessibilità del sistema giudiziario”.