Le elezioni cantonali del 2023 si avvicinano e i partiti ticinesi hanno già avviato le discussioni interne per la scelta delle candidature. I Verdi, per esempio, hanno annunciato che correranno insieme al PS, mentre l’UDC con la Lega. Ma quali sono i profili dei politici che effettivamente vengono poi eletti nelle fila del Gran Consiglio? Proprio recentemente l’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna ha pubblicato un nuovo studio, intitolato “La contesa per le elezioni parlamentari ticinesi del 2019. Candidature, eletti ed elette”, i cui risultati sono stati presentati questa mattina a Bellinzona. Uno studio che fornisce un profilo delle candidature delle elezioni del 2019, che mettono in luce i tratti salienti di chi ha conquistato la carica parlamentare.
Conta l’esperienza in seno al partito
Dallo studio emerge che per essere inclusi nelle liste per il Gran Consiglio conta molto l’essersi già impegnati in politica. Ricoprire una carica di partito o una funzione dirigenziale, così come avere svolto o svolgere un mandato elettivo a livello comunale sono infatti tratti diffusi nelle candidature. In particolare, i partiti di centro-destra si caratterizzano per una quota significativa di candidati e candidate che occupano una funzione dirigente delle rispettive organizzazioni politiche. PLR, PPD, LEGA e PS, hanno messo in lista, in maniera più rilevante rispetto a quattro anni prima, persone che nel passato avevano svolto mansioni di responsabilità nel partito. Nelle candidature spiccano inoltre cittadini e cittadine di età superiore ai 46 anni, con una formazione elevata e con un’attività indipendente o una funzione dirigenziale in ambito lavorativo.
Le professioni e la formazione dei candidati
A livello professionale si confermano alcune tendenze, mentre altre si attenuano o scompaiono: gli indipendenti continuano ad essere sovrarappresentati in seno alla LEGA; impiegati e operai sono presenti in misura più importante nella lista PS e in quella dell’UDC; i quadri medi sono sovrarappresentati nel PLR e nella LEGA, mentre le persone che esercitano una funzione dirigenziale lo sono nel PLR e nel PPD. “Se guardiamo a chi ha conquistato la carica parlamentare, le possibilità di successo rimangono maggiori per le persone con un alto livello di formazione rispetto a coloro che vantano un livello basso”, si legge nello studio. “Le prime hanno una possibilità di essere elette quasi tre volte superiore rispetto alle seconde. Il divario è addirittura aumentato rispetto alle precedenti tornate elettorali”.
La presenza femminile
L’elezione del 2019 sarà ricordata per la forte avanzata della presenza femminile nel Gran Consiglio ticinese (da 22 a 31 seggi), che lo pone tra i parlamenti cantonali svizzeri con la più forte presenza di elette. I seggi delle donne si distribuiscono nel PLR (8), nel PS (6), nel PPD (4), 3 elette per LEGA e Verdi, 2 elette per UDC, Noi Donne e MPS, e 1 eletta per il PC. Le donne elette sono soprattutto laureate (86,2%), una percentuale più alta rispetto a quella degli uomini. Per contro, le candidate sono tendenzialmente risultate meno attive nella campagna elettorale rispetto ai candidati uomini; una campagna che, contrariamente a molte attese, si è giocata, in continuità con il passato, soprattutto con i canali tradizionali (riunioni, comizi, comitati).
Come è cambiata la comunicazione
La comunicazione digitale è cresciuta d’importanza ma non ha sopravanzato né sostituito quella tradizionale; esiste piuttosto una complementarità fra le due modalità. Nel gruppo di eletti cresce l’importanza delle lettere agli organi di stampa, degli annunci a pagamento sui giornali, della pubblicità sui siti Internet e del consulente in relazioni pubbliche.
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