Nella sua omelia di congedo il vescovo uscente Lazzeri ha esordito facendo una retrospettiva su quello che è stato il suo servizio episcopale, sempre svolto "col proposito di operare da fratello". Il raduno della comunità cattolica in occasione delle celebrazioni religiose è ciò che smuove "riconoscenza e commozione" in Lazzeri.
La prima parte dell'omelia prosegue sul tema dell'uguaglianza tra le persone, "l'entrare in relazione da pari a pari con chi condivide la nostra stessa condizione umana". Tuttavia, Lazzeri dice di "non essersi mai illuso che tutto potesse svolgersi in maniera idilliaca"; ha "solo osato credere all'unica vera autorità, l'inesauribile forza di persuasione dello Spirito santo di sottrarci a tutto ciò che ci separa da una vita liberata per sempre dalla morte". Il pensiero è poi andato ai vescovi emeriti Ernesto e Pier Giacomo, ai presbiteri, i diaconi, le consacrate e i consacrati e ai fedeli, come agli "uomini e donne che, anche solo per un momento", il vescovo ha potuto salutare.
Dopo aver ringraziato per la "pazienza nei confronti dei molti limiti e le mancanze che non ha saputo evitare", Lazzeri ha ringraziato i fedeli per la loro compagnia, proseguendo poi ad affermare di "non pretendere che tutti capiscano la sua scelta", ma che allo stesso tempo "a rendere sicuro il suo cuore davanti al Signore non sarà mai una lista di prestazioni riuscite e risultati raggiunti".
Il saluto di Don Nicola Zanini
Il cerimoniere vescovile Don Nicola Zanini ha tenuto a ringraziare il Vescovo Valerio Lazzeri per "i nove anni trascorsi sotto la sua guida" in un discorso che ha definito "difficile", a causa della quantità dei sentimenti che avverte albergare nel suo cuore. Lo stesso ha poi proseguito affermando di "non voler fare bilanci", che saranno fatti da ognuno "nel silenzio del proprio cuore". Zanini ha poi voluto smentire chi parlava di Lazzeri come di un vescovo "spesso ritirato o poco attento alle relazioni". Il messaggio di stima e ringraziamento, denso di riferimenti biblici, si è chiuso con l'offerta di due regali: un'icona di San Bruno e un soggiorno di preghiera e studio a Gerusalemme.
L'omaggio di de Raemy
Il vescovo Alain de Raemy, membro del presiudium della Conferenza dei Vescovi svizzeri e amministratore apostolico della diocesi di Lugano, dal canto suo ha voluto ricordare i messaggi di vicinanza fatti pervenire al vescovo uscente Lazzeri. In questo senso, ogni persona che scrive ad Alain "pensa di essere stata privilegiata dai modi con cui è stata trattata". Inoltre, a chi afferma che il vescovo uscente "non avrebbe saputo comunicare bene", De Raemy ha risposto che Lazzeri "ha saputo comunicare senza comunicarlo, senza quel fariseo bisogno di apparire".
Le domande e le risposte di Grampa
Si è interrogato sulla decisione di Lazzeri anche il suo predecessore, il vescovo Pier Giacomo Grampa. Durante la celebrazione, Grampa si è rivolto direttamente a Lazzeri: "Hai deciso di scendere dalla cattedra, metafora del tuo desiderio di prestare maggiore attenzione alla dimensione spirituale. Gli impegni istituzionali e pubblici, gli oneri finanziari, le implicazioni giuridiche e disciplinari di molte situazioni avevano finito per non farti più vivere e testimoniare Gesù agli altri".