Dopo il tragico terremoto in Centro Italia ci si interroga sulle norme antisismiche anche in Ticino. Due interrogazioni dopo il sisma in Emilia Romagna del 2012 - a firma dei deputati PS Bruno Storni e del leghista Giancarlo Seitz - avevano chiesto già all'epoca al Consiglio di Stato se il nostro Cantone è pronto all'emergenza sismica. In Svizzera infatti si contano circa 200 sismi ogni anno. Le zone più colpite sono il Vallese, Basilea, l'Engadina, e la Valle del Reno nel canton San Gallo. Un terremoto di magnitudo 5 con danni leggeri è registrato ogni 10 anni, uno di magnitudo 6 ogni 100. Attualmente solo i cantoni di Argovia, Basilea Città, Giura, Nivaldo e Vallese hanno introdotto l'obbligo di presentare un attestato anti-sisma. Il Canton Friborgo ha recentemente legiferato in questo senso.
Nonostante il Ticino non sia in una zona a rischio, quali sono e come funzionano le norme antisismiche qui da noi? "In Ticino come in Svizzera le primissime norme datano dagli anni '70" ha spiegato ai microfoni di Radio 3i Alessandro Dazio, esperto specializzato in ingegneria sismica delle strutture. "Poi c'è stato un aggiornamento nel 1989, le normative più recenti sono del 2003. Le prime non erano sufficienti, ma a partire dagli anni '90 abbiamo normative all'avanguardia".
Ma queste norme sono obbligatorie? "Le norme in Svizzera rappresentano lo Stato dell'Arte riconosciuto, per questo motivo secondo il Codice delle Obbligazioni sono da applicare per la costruzione degli edifici. Coloro che appartengono alla Società Svizzera degli Ingegneri e Architetti sono tenuti, per statuto, a tenerne conto. In teoria per le costruzioni dopo il 1989 sono dunque state applicate queste normative antisismiche". Dello stesso avviso l'ingegnere Cristina Zanini Barzaghi, contitolare di uno studio d’ingegneria che si occupa anche di questi temi e autrice dell’articolo "Costruzioni e sisma nella Svizzera italiana" del 2010, la quale spiega che in Ticino le normative della categoria professionale emanate dalla norma SIA (Società Svizzera degli ingegneri e architetti) sono delle regole dell'Arte, ma non sono prescritte per legge. Spesso la legge le menziona, ma non sono obbligatorie anche se i professionisti le considerano come tali.
Chi vigila dunque? "Di regola la responsabilità è in primis del committente, che deve accertarsi che i progettisti incaricati hanno previsto il dimensionamento sismico. Per le nuove costruzioni è ormai una consuetudine, ma nel caso degli edifici esistenti il tema va affrontato ad esempio richiedendo una specifica perizia", risponde Zanini Barzaghi. Secondo alcune cifre del 2005, il 90% delle case in Svizzera non sarebbe a prova di sisma, perché costruite prima del 1989, data in cui sono entrate in vigore le leggi moderne anti-sisma. Il dato è ancora attuale? "Difficile da dire" sottolinea Cristina Zanini Barzaghi. "Non esistono numeri precisi, il 90% era un'affermazione molto forte fatta dall'ex-professore del Politecnico di Zurigo Bachmann per sensibilizzare l'ente pubblico e i proprietari su questi fenomeni. Cifre precise non si possono fare. Quello che si può dire è che una gran parte degli edifici costruiti in precedenza degli anni '80 possono avere delle mancanze in questo senso".
Come reagirebbe dunque il Ticino a un sisma come quello del Centro Italia? "Anche da noi come in Italia ci sarebbero strutture che reggerebbero, altre purtroppo no, e subirebbero danni importanti sino al collasso" - ci risponde ancora l'ingegner Dazio. "A priori è però difficile dire quali resisterebbero o meno. Tuttavia ci sono differenti tipologie che si comportano meglio o peggio. Quelle in acciaio o cemento armato ad esempio hanno un comportamento sismico migliore rispetto a quelle in muratura, ma anche in questo caso dipende come le strutture sono state eseguite. Ad oggi il modo migliore per capire se la propria casa regge a un sisma è quello di eseguire una perizia da parte di un esperto".
Come potrebbe reagire una città come Lugano? Secondo Zanini Barzaghi, "per le nuove costruzioni già da diversi anni i progettisti applicano le norme in vigore, anche le costruzioni pubbliche sono sicuramente allestiti in base a queste norme. Ma il rischio è più alto per gli edifici privati, specialmente per le palazzine con più di tre piani, costruite in mattoni con poco cemento armato".
Alla luce delle norme in vigore e del contesto descritto, già nel 2012, nella risposta alle interrogazione di Storni e Seitz il Consiglio di Stato non riteneva necessario inserire nella legislazione ulteriori norme in materia anti-sismica. "Non esistono dei vincoli che le vecchie costruzioni devono rispettare. Esiste però, sempre elaborata dalla SIA, una specifica direttiva, che aiuta i progettisti e i committenti a valutare come consolidare la struttura esistente di un edificio nell’ambito di un risanamento" specifica Walter Bizzozero, Capo Sezione della Sezione della logistica del Cantone. "Lo stesso dovrà dimostrarsi proporzionale, sostenibile e giustificato" prosegue. "Per prassi l’amministrazione cantonale esegue questa verifica su ogni stabile da risanare, riservandosi una significativa quota parte finanziaria da impiegare per le indagini, la progettazione ed infine l’esecuzione degli interventi mirati a ridurre il più possibile i rischi generati da un terremoto. In conclusione per le nuove costruzioni sia pubbliche che private è compito dell’ingegnere civile adottare quegli accorgimenti in grado di contrastare eventuali scosse sismiche. Le Norme distinguono tre diverse tipologie di costruzioni, in base all’utilizzo e al numero di occupanti previsti.
Da parte sua la Confederazione ha messo in campo da qualche anno una campagna di sensibilizzazione per i proprietari di immobili pubblici e privati e anche un controllo delle strutture di sua proprietà.
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