
Il vino ticinese rappresenta il 5% della produzione svizzera, ma i confederati apprezzano il prodotto delle nostre vigne. Il tema è stato affrontato ieri a Mezzana durante un’assemblea di interprofessione che ha riunito alcuni rappresentanti del settore. “La metà dei vini ticinesi parte per la Svizzera interna con i prezzi più alti di tutte le regioni del paese. Significa che il prodotto nostrano è molto richiesto sul mercato nazionale”, afferma ai microfoni di Ticinonews Alexandre Mondoux, direttore dell’osservatorio svizzero del mercato del vino. In merito alla possibilità di fra crescere la quota “la difficoltà è legata al fatto che la produzione non si può esattamente aumentare, perché c’è una certa superficie vitivinicola. Si possono cercare però nuovi mercati, soprattutto in Svizzera tedesca e romanda”. All’estero, invece, non vi è molta margine. “È abbastanza complesso; ci sono produttori che riescono a esportare, soprattutto sull’alta gamma, su mercati come New York e Tokyo, ma l’export elvetico rimane comunque sotto l’1% della produzione nazionale”.
Il legame con il turismo
Detto del 5% ticinese, il restante 95% del mercato svizzero è coperto da vini vallesani, del Canton Vaud, e soprattutto esteri. Ma lo scopo dell’assemblea di ieri era anche di capire come questo prodotto riesce a collegare diversi settori, ad esempio quello turistico. “L’enogastronomia è un importante attrattore per il nostro territorio”, sottolinea Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo. “Abbiamo oltre 30 cantine che offrono già visite per i turisti, e vi è poi tutta la promozione, anche con eventi, che organizziamo in particolare in Svizzera interna, con cui facciamo conoscere le nostre tradizioni e la nostra cultura”. Si parla infatti di enoturismo. Un mercato enorme, molto importante anche per il Ticino. “Il 25% delle persone che ci visitano considera l'offerta enogastronomica locale come uno dei punti di forza del nostro cantone, e uno dei motivi per cui viene e, soprattutto, ritorna”, conclude Trotta.