
Il Covid incombe sull’Europa. Se la situazione in Ticino sembra essere stabile e sotto controllo non è la stessa cosa nei Paesi vicini. In Gran Bretagna per esempio i dati nelle ultime 24 ore preoccupano: a Parigi la situazione è delicata e Israele, nel rapporto tra decessi porvocati dal coronavirus e numero di abitanti, ha superato gli Stati Uniti.
“Ci stiamo comportando bene, ma attenzione”
“Noi attualmente siamo abbastanza ben messi, tutto sommato perché ci stiamo comportando bene, ma quello che sta succedendo vicino a noi dimostra che effettivamente il virus continua ad esserci, circola e personalmente penso che l’eventuale contagio sia grave quanto prima”, ha commentato Frédéric Lelais, medico anestesista, a Ticinonews su Teleticino. “A Roma, per esempio, si sono riempite le cure intense, il virus circola e i Paesi attorno a noi ce lo dimostrano”, ha aggiunto.
Gli ospedali? “Sono pronti”
Nonostante il numero di contagi si sia stabilizzato in Ticino, non è escluso che gli ospedali possano essere di nuovo riempiti, anzi. Si spera, certo, in strutture meno sature rispetto al periodo pandemico e in un’emergenza più gestibile. In ogni caso, conferma Lelais ora le strutture “sono pronte e preparate”. “La cosa più importante sarà agire proattivamente e ora secondo me sappiamo cosa fare”, ha spiegato. Lo studio pubblicato nei giorni scorsi, comunque, dimostra che l’11% dei ticinesi hanno incontrato il virus. “Questo 11% vuol dire comunque che le persone non sono tante e quindi il rischio che il virus continui a circolare rimane quello di prima”. La situazione attuale e i numeri che giornalmente le autorità diramano sono “bassi” ma questo “non deve far pensare alla gente che il virus sia più debole, stiamo testando diversamente”.
“Fare piccoli passi”
Abbassare o meno la guardia è il grande quesito del momento. L’economia è ripartita, le vacanze sono state fatte, si può bene o male viaggiare e ora possiamo anche tornare allo stadio. “Abbiamo imparato, sappiamo come comportarci ma tutti dobbiamo sapere che un secondo lockdown non sarebbe sostenibile, per questo è giusto essere prudenti”. E il medico specifica: “Si possono fare piccoli passi, ma sempre con accorgimenti proporzionali”.
Test rapidi per depistare la malattia
Quello che servirebbe, precisa Lelais è avere più test rapidi: “Ce ne sono meno di prima, ma spero che ne arrivino altri anche perché ora viviamo nella stagione dell’influenza e bisogna poter depistare velocemente una persona che ha sintomi. Ci sono persone che hanno sintomi e vanno ugualmente in giro, bisogna fare veramente attenzione”.
Intervista completa a Frédéric Lelais
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