
Si torna a parlare di imposta di circolazione. Come è noto, entro quest’anno il Governo dovrà presentare i nuovi parametri di calcolo in vista del 2024. Oggi dalle colonne della Regione il presidente del Centro Fiorenzo Dadò non ha nascosto le sue preoccupazioni, esprimendo il timore che si faccia cassetta sulle spalle dei contribuenti. “Ci sono aumenti in diversi ambiti”, dice Dadò ai microfoni di Ticinonews. “In questo momento non si può aumentare neanche di un franco l’imposta di circolazione, considerando che in Ticino l’auto non è un lusso, ma un bisogno per la maggioranza della popolazione”. I fronti che preoccupano maggiormente sono due: il primo, come detto, è che si voglia riaumentare l’imposta di circolazione ai ticinesi. Il secondo “che non si voglia confermare la moratoria, andando quindi a penalizzare in particolare gli anziani, i quali possiedono auto vecchie e magari non dispongono dei soldi per comprare un veicolo nuovo”.
Il calcolo per il 2023
Facciamo un passo indietro. Il calcolo che ha regolato nel 2023 l’imposta per le nostre auto, frutto di anni di battaglie e compromessi, è differenziato in base ai cicli di omologazione e comprende una tassa base di 120 franchi per tutti e un importo legato a quanto inquina il veicolo. Non solo: nel 2023 le auto più vecchie (e quindi più inquinanti) sono state graziate dalla famosa moratoria transitoria. Come noto, tutto questo per il 2024 verrà rivisto nel ricalcolo che il Governo dovrà presentare prossimamente.
I timori
Tornando al presente, l’impressione di Dadò è che con la nuova formula il Governo potrebbe decidere di fare cassetta. “Conosco queste procedure. Quando ci sono dei ritardi e si temporeggia, significa che sta arrivando qualcosa che non farà particolarmente piacere”, afferma il presidente del Centro. Tra tagli, preventivo e situazioni che si creano a fine anno “succederà che verrà votato tutto in blocco. Noi comunque opporremo resistenza e, se sarà necessario, chiameremo ancora una volta la popolazione a votare”.
La replica di Gobbi
Insomma, per avere risposte non resta che attendere: entro fine anno il Governo presenterà il suo messaggio. Nel frattempo, a stroncare le polemiche ci ha pensato il consigliere di Stato leghista Norman Gobbi. Da noi contattato, Gobbi ha detto che “così come stabilito nel corso dei dibattiti parlamentari del dicembre 2022, il Consiglio di Stato dovrà presentare un messaggio per la definizione delle imposte di circolazione a partire dal 2024. Personalmente – se dovessi commentare le dichiarazioni emerse dalla stampa - constato che c’è chi fa campagna elettorale e chi deve lavorare”.