Primo Maggio
In 1'500 in piazza. "Vogliamo salari migliori ma non solo"
Redazione
16 giorni fa
I sindacati assieme ad alcuni partiti hanno organizzato la tradizionale manifestazione della festa dei lavoratori: "Attenzione alle condizioni di lavoro"

Secondo USS, Unione sindacale Svizzera Ticino e Moesa, erano 1'500 le persone scese in piazza per la tradizionale manifestazione del primo maggio, festa dei lavoratori. Presenti molti sindacalisti, i rappresentanti di partiti che per la prima volta hanno fatto parte dell'organizzazione e cittadini comuni, preoccupati per il futuro del mercato del lavoro.

Minoli: "Basta fare regali ai ricchi e togliere servizi a chi ne ha bisogno"

Lo slogan richiamava il bisogno di solidarietà tra pubblico e privato. "Non si è persa, ma c'è chi vuole dividere il mondo dei lavoratori e delle lavoratrici, in modo da poterlo comandare", ha detto ai microfoni di Ticinonews Renato Minoli, presidente dell'USS, che ha spiegato come l'accordo per le casse pensioni soddisfi le parti sindacali e parte della politica e sia dunque da approvare, ma come ci siano "altre votazioni cui pensare, come quella sul tetto per i premi di casse malati. Si deve inoltre evitare di fare regali ai ricchi per poi togliere servizi a chi ne ha bisogno". 

Gargantini: "Torneremo in piazza contro il preventivo 2025"

Giangiorgio Gargantini, Segretario Regionale di UNIA ha scherzato sul meteo, "già i miei nonni dicevano 'piove governo ladro'. Magari ci saranno meno persone, ma chi sarà presente sarà combattivo per cambiare le cose.  È necessario continuare a manifestare perché le rivendicazioni del movimento operaio sono sostanzialmente le stesse di anni fa: salari, pensioni e migliori condizioni di lavoro. Lo facciamo a Bellinzona per fare un trait d'union tra le manifestazioni contro il preventivo 2024 e quelle che si faranno in previsione di quello del 2025, che sappiamo ricalcherà sensibilmente le problematiche già incontrate". In piazza ha detto: “Lavoro di qualità significa lavorare in sicurezza, senza pressioni, con una durata del lavoro che diminuisca tanto quanto aumenta la produttività del lavoro. Significa essere messi in condizione di fare il proprio lavoro, significa rispetto della dignità del lavoro. Tutto questo, deve passare prima dei benefici del padrone, o dei bilanci di uno Stato le cui casse sono vuote per colpa di classi dirigenti che le hanno volontariamente svuotate, per il tramite di continue riforme fiscali, per poi giustificare tagli al servizio pubblico, riduzioni delle spese sociali e politiche di austerità”.

Valsangiacomo: "Lottiamo non solo per i salari, anche per le condizioni di lavoro e la salute mentale"

Per la prima volta, si diceva, anche dei partiti sono stati parte attiva nella manifestazione. "Siamo qui delle rivendicazioni fondamentali. Le battaglie del mondo operaio hanno portato a dei successi, allo stesso tempo vediamo una erosione dei diritti garantiti ai lavoratori. Ci sono nuove sfide, con il mercato che si evolve. Dobbiamo garantire il benessere di lavoratori e lavoratrici, non solo dal punto di vista dei salari, ma anche delle condizioni, della sicurezza, della salute mentale, in cui abbiamo un grosso problema", ha detto la granconsigliera dei Verdi Nara Valsangiacomo. 

Barbato-Shoufani: "Governo ipocrita"

Adam Barbato-Shoufani del Coordinamento della Gioventù Comunista ha parlato della lotta sociale contro preventivo 2024, a favore della pace, per un cessate il fuoco nei conflitti in corso e contro l'integrazione della Svizzera nell'UE e nella NATO. “I tagli all’istruzione, alla sanità e ai trasporti, dimostrano ancora una volta l’ipocrisia di un governo che viene a insegnarci la meritocrazia a scuola per poi tagliare sulle borse di studio. Dimostra l’ipocrisia nei tagli alla sanità: dopo la crisi sanitaria del 2020, il nostro governo ha la geniale idea di dare il colpo di grazia con tagli in un settore così fragile e importante! Un governo che ci dice che “i giovani sono il futuro” quando è proprio sui giovani che applica le sue politiche che vanno a fomentare il precariato”.

Sirica: "La politica deve avere come priorità aumentare i salati e le rendite e abbassare i costi"

Tra gli interventi anche quello di Fabrizio Sirica, co-presidente PS: “Con la votazione sulla 13esima AVS la popolazione ha detto una cosa chiarissima: vogliamo risposte per il potere d'acquisto, per l'aumento delle rendite e dei salari. La priorità della politica deve essere questa: aumentare i salari e le rendite e abbassare i costi. In particolar modo i costi per la salute. Per questo il 9 giugno abbiamo un'enorme possibilità, votando l'iniziativa per un limite dei premi cassa malati al 10% del reddito e bocciando l'ingiusta riforma fiscale”.