
Quattro persone, di cui due attive sulla piazza finanziaria luganese, sono finite in manette in Italia con l'accusa di aver costituito società ad hoc in paesi offshore come Panama, Belize e Bahamas, secondo quanto ricostruito da un'inchiesta della procura di Firenze. Lo riportano i media italiani.
Secondo l'accusa, ad occuparsi della creazione e gestione delle società era un 42enne residente in provincia di Torino, considerato dagli inquirenti il contabile dell'organizzazione, finito agli arresti domiciliari insieme a un 48enne di Bergamo, che procacciava i clienti e li seguiva in ogni fase dell'attività finanziaria.
La custodia cautelare in carcere è stata disposta per un 47enne della provincia di Bergamo, private banker per la banca Zarattini di Lugano, e per un 51enne residente in Svizzera, titolare di una società di consulenza finanziaria, verso cui era indirizzata la maggior parte degli investimenti. Nessuno dei quattro risulta iscritto in Italia all'albo dei promotori finanziari.
Sarebbero un centinaio gli imprenditori italiani che si sono rivolti agli indagati per trasferire denaro in Paesi a fiscalità agevolata, in alcuni casi attratti dalla possibilità di non farlo comparire nelle denunce dei redditi. Gli investimenti variavano da alcune decine di migliaia fino a oltre 10 milioni di euro.
Il denaro contante, trasportato dall'Italia alla Svizzera attraverso "spalloni", veniva consegnato all'organizzazione in occasione di incontri in alcuni alberghi fiorentini. Tra i servizi offerti ai clienti del gruppo, previo pagamento di una commissione di 500 euro, anche il prelievo di denaro dai loro conti esteri, che poi veniva trasportato in Italia e consegnato. L’accusa ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere transnazionale dedita all’abusivismo finanziario che, nel solo primo semestre del 2013, avrebbe raccolto - anche per portarle all’estero - somme per 200 milioni di euro.
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