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Inchiesta sugli inquinanti, il giudice dà ragione a Patti Chiari
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Redazione
un anno fa
Un provvedimento supercautelare aveva bloccato la messa in onda del servizio a settembre. Ma ora un giudice ginevrino ha dato ragione alla trasmissione, che trasmetterà questa sera il servizio.

"È nell'interesse pubblico diffondere il servizio e informare il telespettatore sulla presenza nel suolo del Ticino di inquinanti". Un giudice ginevrino ha dato ragione a Patti Chiari, che lo scorso settembre ha dovuto bloccare la messa in onda di un servizio sugli inquinanti eterni PFAS a seguito di un provvedimento supercautelare inoltrato da un'importante azienda del Mendrisiotto con sede a Ginevra. Dopo il via libera, l'inchiesta verrà dunque trasmessa questa sera, venerdì 17 novembre.

L'inchiesta

Il lavoro di inchiesta, scrive il servizio comunicazione Rsi, partiva dai dati presenti su una cartina internazionale, pubblicata da un consorzio internazionale di giornalisti, che rivelava l’esistenza in Europa, in Svizzera e in Ticino, di punti di contaminazione da PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni. Si tratta di sostanze presenti in moltissimi oggetti della vita quotidiana, usati a partire dagli anni '80, ma che con il tempo sono divenuti un problema di salute pubblica. Sono presenti nei terreni, nei fiumi, nei laghi. E, purtroppo, anche nel corpo umano. Patti chiari si è concentrato sui punti problematici della Svizzera italiana, cercando di capire meglio le ragioni delle contaminazioni. Il servizio presenta anche delle analisi su pesci pescati in vari fiumi e laghi: proprio i pesci infatti sono dei rivelatori della diffusione di queste sostanze nell’ambiente.

Un tema di forte interesse pubblico

Il tema è di forte interesse pubblico ed è nelle agende politiche di tutti gli Stati Europei, precisa RSI. L’Agenzia europea delle sostanze chimiche sta provvedendo ad inasprire regolamenti e imporre divieti. Una corsa contro il tempo vista la presenza massiccia di queste sostanze ormai ovunque. Da qui dunque la motivazione della redazione di Patti chiari di diffondere il reportage sulla presenza di PFAS nella Svizzera italiana e di difendere il lavoro in sede giudiziaria. Fino ad ottenere, in prima istanza, piena ragione. “Il reportage - si legge nella sentenza del giudice - presenta la problematica dei PFAS in modo oggettivo e dà conto dei vari punti di vista affinché il telespettatore possa disporre di elementi che gli permettano di capire la situazione”.