Difficile e drammatica. Così Claudio Isabella - deputato centrista in Gran Consiglio - definisce la situazione che sta attualmente vivendo la Vallemaggia, la quale "merita sicuramente un particolare occhio di riguardo". Nell'interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato, co-firmata anche da Caroni, Corti e Ghisla, viene poi evidenziato come "persone, famiglie, aziende e luoghi di incontro sono stati spazzati via in pochi minuti. Individui e famiglie hanno perso tutto in un brevissimo lasso di tempo: le proprie abitazioni, il lavoro, le auto e i terreni. Fortunatamente, le diverse assicurazioni contribuiranno – almeno in parte – a ridurre i danni". Tuttavia, i deputati hanno voluto anche sottolineare come sia importante "che gli aiuti non potranno mai restituire completamente ciò che è stato perduto".
PMI colpite dalle alluvioni
L’oggetto di questa interrogazione "rientra sempre nella drammatica situazione della Vallemaggia, specialmente per le persone che hanno attività professionale nella zona colpita dal maltempo, in particolare coloro che hanno avuto il coraggio di mettersi in proprio e avviare o gestire un’attività lavorativa". Quello a cui fanno riferimento i firmatari riguarda quindi indipendenti e piccole e medie imprese. "Come giustamente sottolineato dal Direttore della Divisione dell’Economia, Stefano Rizzi, le aziende attive e presenti nella Valle possono richiedere le indennità per lavoro ridotto, a condizione che non siano già assicurate privatamente". Queste indennità coprono l’80% della perdita di guadagno assicurata, "ma sono valide solamente per i collaboratori". Tuttavia, "come indicato nell’opuscolo della SECO (“Informazione per i datori di lavoro Indennità per lavoro ridotto” edizione 2024) va notato che alcune categorie non hanno diritto a queste indennità". Nello specifico, nell'interrogazione vengono menzionati il coniuge - o il partner - registrato del datore di lavoro occupato nell’azienda di quest’ultimo, così come i lavoratori che, "in qualità di membri del consiglio di amministrazione di una SA, soci di una Sagl compartecipi finanziari o membri di un organo dirigente dell’azienda, prendono parte alle decisioni aziendali o possono esercitarvi un influsso considerevole, come pure i loro coniugi o i loro partner registrati occupati nell’azienda". Questo significa che gli indipendenti, i datori di lavoro e i loro parenti "non possono beneficiare delle indennità per lavoro ridotto".
Nessuna grande azienda
Nelle Valli, prosegue il testo, "non ci sono grandi aziende che impiegano un gran numero di lavoratori". La maggior parte delle attività economiche "sono piccole imprese familiari: falegnami, agricoltori, pittori, negozi, bar, ristoranti e parrucchieri". Queste sono spesso società con diverse forme giuridiche, come l’impresa individuale o la società a garanzia limitata, dove il datore di lavoro è spesso anche un lavoratore. "I datori di lavoro o i loro familiari rischiano quindi di trovarsi senza attività o con un’attività ridotta, magari senza auto, senza casa e, purtroppo, anche senza salario. Il prezzo che queste persone stanno pagando, senza alcuna colpa, è decisamente troppo alto".
L'interrogazione
I deputati, sulla base di quanto esposto, ritengono "che uno Stato forte e solidale come il Canton Ticino debba sostenere e aiutare queste persone così gravemente colpite" e chiedono quindi al Consiglio di Stato:
1. Intende il Consiglio di Stato mettere in atto un aiuto mirato per le persone di cui sopra?
2. Nel caso affermativo, cosa intende fare il Consiglio di Stato a riguardo?
3. In caso di risposta negativa alla domanda 1, cosa intende fare di concreto il Consiglio di Stato per aiutare un gran numero di famiglie a far fronte al mancato reddito, oltre che la solidarietà e vicinanza già espressa?