
L’interpellanza con cui i deputati liberali-radicali Alessandro Speziali, Matteo Quadranti e Natalia Ferrara, chiedono se la conduzione della scuola da parte del Capo Divisione Emanuele Berger sia ancora meritevole di fiducia, non è piaciuta a chi si trova al timone del DECS. Se nel merito alcune critiche possono anche essere condivise, è il metodo a lasciare basito il copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica. “Scrivere nella prima riga delle domande nome e cognome di un funzionario è un sistema che ricorda il metodo leghista e non il modo di fare del PLR, e questo dispiace”, afferma Sirica ai microfoni di Ticinonews. “Al di là di chi è la persona, noi dobbiamo tutelare tutti i funzionari affinché facciano il loro lavoro. E se quel lavoro è da migliorare lo si può fare, e si può anche criticare, ma senza trovare capri espiatori”.
“Un modo di agire non corretto”
Per Sirica, insomma, si entra più che altro in un'ottica elettorale, con un chiaro attacco del PLR al PS. “Si sta verificando il tentativo di attaccare attraverso le persone una conduzione partitica, e questo non è un modo di fare corretto per uno Stato e per l’approccio che si deve avere con un Esecutivo", aggiunge il copresidente socialista. “Ben vengano le domande sul merito, a cui si risponderà. Ascolteremo con interesse ma, ripeto, non è questo il metodo”.
Speziali: "Il problema si pone a più livelli”
Ma da dove ha origine questo atto parlamentare? Secondo gli interpellanti, il recente caso legato all'abilitazione dei docenti presso il DFA sarebbe solo la punta dell'iceberg di una serie di aspetti problematici e disfunzioni in seno alla Divisione della scuola. “Abbiamo a che fare con molti attori del settore e abbiamo assistito anche al dibattito di questi anni: pensiamo ad esempio alla scuola che verrà e al superamento dei livelli, ma in generale a come ci si approccia a delle prospettive diverse”, spiega Speziali. “C’è una criticità non solo di visione, ma anche di conduzione, di gestione di questo mondo. Il problema si pone quindi a più livelli”. E in merito “all’accusa” secondo cui questa interpellanza sarebbe un tentativo di attacco, il presidente del PLR minimizza: il 2027 è ancora lontano e saranno gli elettori ad esprimersi, ribadendo che l'obiettivo “rimane un'organizzazione del mondo della scuola che sia all'altezza di sfide sempre più complicate”.