Tre importanti risoluzioni votate all'unanimità. L’Assemblea dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico, tenutasi giovedì 21 novembre 2024, si è espressa sull’iniziativa che intende ridurre gli effettivi dell’amministrazione cantonale, sulle esternalizzazioni e sul preventivo dello Stato per il 2025.
Una riduzione degli effettivi dell’amministrazione cantonale
L’ASP ha preso atto "con preoccupazione" che l’UDC e alcuni altri deputati di altri partiti hanno lanciato un’iniziativa popolare per ridurre gli effettivi dell’amministrazione cantonale ticinese di circa il 10%. Secondo l'ASP l’iniziativa è fondata su un confronto con altre amministrazioni, che non tiene conto delle particolarità del Cantone Ticino. "Ancora una volta invece di proporre miglioramenti, sempre possibili in una istituzione tanto grande, propongono tagli lineari che possono solo penalizzare l’utenza".
Le esternalizzazioni: "Una soluzione sbagliata a un problema reale"
L'ASP ritiene che le attività di interesse pubblico non devono essere esternalizzate in nessun modo. "Sta tornando di moda la cessione da parte dei cantoni e dei comuni la gestione di particolari settori a enti autonomi, non più controllati da parte del Municipio e del Consiglio comunale", scrive l'ASP. "Sono forme di gestione pericolose che non garantiscono la qualità del servizio, come lo dimostrano molti esempi a tutti i livelli istituzionali, Confederazione, cantoni e comuni".
Un povero preventivo
Infine l’ASP esprime "viva preoccupazione" per le misure di risparmio proposte dal Governo e auspica che il Parlamento possa correggere il preventivo. Le misure, scrive l'ASP "ricalcano quelle effettuate sin dagli anni Ottanta" e "hanno provocato gravi problemi alle famiglie e allo sviluppo del nostro Cantone". Per l'ASP sono prive di qualsiasi progettualità. "Propongono misure di risparmio sull’EOC, le case per anziani, i sevizi di aiuto domiciliare, la scuola, i disabili, i minorenni. Propongono la non sostituzione del personale dell’amministrazione cantonale per un periodo di sei mesi, senza considerare che queste misure peggiorano le condizioni di lavoro e soprattutto la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Misure già sperimentate e fallite in passato".