
La Casa di riposo San Giuseppe di Tesserete compie 80 anni e durante i giorni del 19, 20 e 21 giugno sono in programma i festeggiamenti.
L'edificio ospita dal 1934 le suore guanelliane.
Il programma
Giovedì 19 giugno
10.00 apertura della mostra fotografica dei bambini nati nel reparto maternità che è stata attivo dal 1934 al 1958.
10.30 -12.00 e 14.00 -16.00 visita guidata della struttura (Open day)
Venerdì 20 giugno
14.00-15.30 Tombola aperta tutti gli anziani della Capriasca con animazione di un gruppo canoro
18.00 Incontro con le Autorità politiche dei Comuni di Capriasca, Origlio e di Ponte Capriasca
Sabato 21 giugno
10.00 Santa Messa solenne di ringraziamento per gli 80° di presenza delle Suore e il ricordo del 60° di Consacrazione Religiosa di suor Carmen Medici, presieduta da Mons. Vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri e sacerdoti concelebranti invitati.I canti Liturgici saranno accompagnati dalla corale Santo Stefano.
Al termine della Santa Messa seguirà il momento ufficiale con interventi delle Autorità Civili e Religiose
Benedizione del nuovo busto dedicato a mons. Aurelio Bacciarini Vescovo di Lugano nel 1934.
Trattenimento di festa con la Filarmonica Capriaschese e altri gruppi canori.
La storia della Casa
Quando nel 1934 le suore guanelliane giunsero a Tesserete si istallarono in un edificio che una quarantina di anni prima era nato come una scuola di grado medio superiore: l’Istituto Meneghelli. Il prof Giuseppe Meneghelli, nativo di Cagiallo, nel 1896 fondò una scuola intesa a preparare i giovani che si presentavano agli esami per ottenere un impiego nell’amministrazione federale (ferrovie, poste, dogane).L’edificio era un fabbricato elegante di forma ottocentesca che venne ampliato per l’occasione. Molti studenti giungevano dalla Svizzera interna specialmente per apprendere l’italiano e l’istituto visse il suo periodo migliore fino al 1930, anno in cui ci fu un totale cambiamento nell’impostazione dell’insegnamento e in Ticino erano sorte scuole più attrattive.L’Istituto perse la sua iniziale vitalità e la scuola venne chiusa. In quegli anni anche in Capriasca stava nascendo l’idea di creare un ricovero-ospedale come già avvenuto in altre parti del Ticino.Alcune personalità locali si mobilitarono per raggiungere questo obiettivo e individuarono nell’ex istituto Meneghelli la sede ideale allo scopo. Giovanni Scalmanini di Tesserete mise a disposizione cinquemila dollari subito seguito da Enrico Fraschina con diecimila franchi ai quali si aggiunsero altre donazioni pubbliche e private che permisero l’acquisto della proprietà Meneghelli.Il primo gennaio 1931, con rogito dell’avv. Carlo Battaglini, nacque la “Fondazione Ospedale Ricovero Capriaschese”. Si parlava di ospedale perché la struttura doveva accogliere anche quegli ammalati della zona che non potevano essere curati in casa.Nel 1932 l’ospedale – ricovero venne affidato alle religiose della Congregazione delle suore della Divina Provvidenza di S. Jodoco di Baldegg, attive nel Canton Lucerna, che però dovettero ritirarsi dopo nemmeno due anni perché l’impegno si era rivelato superiore alle loro possibilità.Nel 1934 la Congregazione “Figlie di Santa Maria della Provvidenza in Roma” aveva aderito all’invito di Mons. Aurelio Bacciarini, vescovo titolare di Daulia e Amministratore Apostolico del Ticino, che in precedenza era stato superiore generale della Congregazione San Luigi Guanella, di acquistare l’Istituto.La prima comunità era composta da quattro suore che prestarono i primi servizi in condizioni disagevoli, sostenute dalle consorelle già presenti a Roveredo Grigioni, Capolago e Maggia. Intanto arrivavano i primi ammalati, adulti e bambini, provenienti da tutta la Capriasca.Dopo una dozzina di anni di servizio ospedaliero, l’Istituto divenne unicamente ricovero per persone anziane. Continuava però il servizio per la maternità. Infatti già nel 1934 alcune camere erano state riservate a questo scopo.Questo servizio era stato auspicato dai fondatori dell’opera per rimediare ad una situazione molto insalubre. I bambini nascevano in casa, in ambienti poco igienici e le infezioni dopo i parti erano numerose e talvolta mortali. Già nell’ottobre del 1934 la maternità entrò in funzione con la presenza costante di una suora levatrice. Negli anni trenta nascevano in media quaranta bambini all’anno, mentre negli anni quaranta salì fino a 55 con un massimo di 62 nati nel ’45.A partire dagli anni cinquanta il miglioramento della qualità di vita permise a più mamme di raggiungere gli ospedali cittadini e le nascite al Ricovero iniziarono a calare e dopo un quarto di secolo la maternità venne chiusa. L’ultima nascita risale al 15 ottobre del 1958 e il San Giuseppe diventa unicamente una casa di riposo per anziani. In questi ottant’anni lo stabile ha subito diverse ristrutturazioni.Nel 1948 si procedette al primo ampliamento aggiungendo un’ala con due piani e seminterrato che permise di aumentare gli ospiti a circa un centinaio. Fu in quell’occasione che venne inserita la cappella dedicata a San Giuseppe. Nel corso degli anni la casa dovette adattarsi alle esigenze medico-ospedaliere sempre in evoluzione. Negli anni ottanta venne aggiunto un nuovo piano all’ala edificata nel ’48, con una sistemazione qualitativa degli interni e la creazione di nuovi bagni medici e l’ampliamento della cucina. La formazione di nuovi spazi comuni e la riduzione dei letti nelle camere ad un massimo di due portò ad una diminuzione dei posti disponibili che risultarono una sessantina. Intanto si era reso necessario l’assunzione di un maggior numero di personale laico.Per tutti questi anni l’Istituto aveva contato unicamente sulle rette degli ospiti e sull’eventuale aiuto finanziario della Congregazione delle suore guanelliane. A fine anni novanta quest’ultima si è trovata nella necessità di chiedere l’aiuto dello Stato sia per far fronte ai lavori di ristrutturazione, indispensabili per adeguarsi alle direttive cantonali, che per rispondere ai maggiori costi d’esercizio derivati dall’aumento del personale laico.Si è giunti quindi alle importanti ristrutturazioni del 2003 che hanno completamente medicalizzato la casa che si presenta, luminosa, accogliente ed efficiente a beneficio degli attuali 51 ospiti.La Regione Valli di Lugano aveva svolto un ruolo molto attivo ed aveva accompagnato la Fondazione nell’esecuzione del progetto, che a consuntivo era costato circa 9 milioni di franchi. Il Gran Consiglio aveva stanziato un sussidio a fondo perso di tre milioni e mezzo e l’intervento aveva beneficiato di un prestito LIM federale di altri tre milioni, mentre la differenza del costo d’investimento e il rimborso del prestito LIM erano stati assunti dalla Fondazione Casa di riposo San GiuseppeOra la comunità religiosa è composta da sei suore delle quali tre sono operative e figurano nell’organico del personale che ammonta a 61 persone per una dotazione che corrisponde a 51 tempi pieni. E anche oggi, a ottant’anni dall’arrivo delle prime quattro suore, possiamo affermare, senza rischio di essere smentiti, che questa casa continuerà per molti altri anni a svolgere un ruolo prezioso per l’intera Capriasca a favore delle persone anziane che necessitano di essere accolte ed accompagnate.
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