"I media in crisi, e la politica cosa fa?". È la domanda di fondo del dibattito organizzato ieri sera a Lugano dall’Atg, l’Associazione ticinese dei giornalisti, con la consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin, il consigliere agli Stati Fabio Regazzi e i Ceo del Gruppo Corriere del Ticino Alessandro Colombi e della Regione, Rocco Salvioni. "Moderato dalla giornalista Rsi Francesca Campagiorni, il dibattito è iniziato con la preoccupazione espressa da tutti i quattro gli ospiti presenti", scrive l'Atg in un comunicato. "Timori in particolare per quanto riguarda la continua perdita di posti di lavoro di cui sta soffrendo il mondo dei media oltre San Gottardo, con il rischio che questa ondata possa prima o poi manifestarsi anche al sud delle Alpi". Il numero uno del Gruppo Cdt ha ricordato che le redazioni dell'azienda hanno già visto delle ristrutturazioni, "ma non si può chiedere sempre di più ai giornalisti. Il sistema è arrivato al limite". "Questa è una crisi strutturale non congiunturale, è un eco-sistema in difficoltà, quello del giornale cartaceo”, gli ha fatto eco Rocco Salvioni. Secondo Colombi, l'errore di fondo è stato il via alle testate gratuite, che "ha abituato il pubblico all’idea che la notizia possa essere un prodotto che si può ottenere senza dover pagare".
La votazione del 2022
In un contesto così difficile, Greta Gysin accusa la politica svizzera di immobilismo: "Si sta perdendo tempo, oggi ci si ritrova alla casella di partenza" dopo la votazione popolare del 2022, in cui il popolo aveva bocciato un pacchetto di aiuto ai media. "Quel pacchetto era troppo carico e per questo squilibrato. Il risultato non può essere ignorato", ha tuttavia fatto notare Fabio Regazzi. Per il consigliere agli Stati, il sostegno ai media dovrà essere in ogni caso indiretto, in quanto a suo avviso un finanziamento diretto minerebbe l'indipendenza delle testate.
Giornalismo e politica
Il dibattito tra i presenti ha affrontato diversi temi, come l'iniziativa per un canone a 200 franchi, lo strapotere di piattaforme quali Google e Facebook sul mercato pubblicitario, la relazione tra media e social media, ma anche lo stesso rapporto tra politica e giornalismo. Secondo Greta Gysin, sempre più rappresentanti eletti si mostrano insofferenti alle domande critiche: "La politica fatica ad accettare questo lavoro di critica, che è l’essenza del giornalismo". Per Fabio Regazzi non si può generalizzare, ma una tendenza sarebbe comunque in atto, con una parte dei politici che tende sempre più a sottrarsi al confronto e ad affidare i propri pensieri ai social media.