L'intervista
La crisi in Medio Oriente attraverso la lente della minoranza cristiana
Redazione
6 giorni fa
La complessa situazione dei cristiani in Medio Oriente, minoranza spesso dimenticata e perseguitata. Il ruolo della Chiesa Cattolica, dalla Siria alla Palestina, stretta fra guerre e difficoltà. A parlarcene Padre Francesco Patton, Custode della Terra Santa.

Padre Francesco Patton è custode della Terra Santa, una provincia antichissima dell'Ordine Francescano – quello dei Frati Minori – che comprende tanti territori: Israele, Palestina, Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi. In questi luoghi Padre Patton – insieme all’Ordine – sta svolgendo una missione della quale ci ha parlato nel corso di una lunga intervista.

Un po’ di storia

L’Ordine Francescano è nato otto secoli fa come una missione francescana in mezzo al mondo musulmano, dopodiché, "nel 1342 siamo diventati custodia di Terra Santa perché Papa Clemente VI ci ha affidato il compito di custodire i principali luoghi santi cristiani. Oggi siamo frati di 60 nazionalità diverse. Siamo quindi un microcosmo della Chiesa cattolica”. Concretamente, la loro missione consiste anche nel supporto alle comunità locali tramite infrastrutture. “Nel corso dei secoli attorno ai santuari sono rinate delle parrocchie, la più grande delle quali – oggi – è quella di Nazareth”. Patton ci ha poi spiegato che all’interno di queste parrocchie la prima importante istituzione in qualità di opera sociale sono state le scuole”. Negli ultimi decenni c'è infatti stato un grosso lavoro di accoglienza dei lavoratori migranti e dei rifugiati. “Questo da un lato a causa delle guerre, dall’altro però anche per via del fatto che ci sono molti lavoratori migranti cattolici che si integrano nelle nostre comunità”.

Una missione sotto pressione da 15 mesi

Una missione, quella in Terra Santa, che negli ultimi 15 mesi è stata però messa sotto pressione a causa della guerra. Una situazione che ha peggiorato anche il profilo economico dell’Organizzazione. Questo perché "con la guerra sono venuti meno i pellegrini, e quindi è mancata la principale fonte di reddito. Non solo per noi, ma soprattutto per i cristiani locali, per quelli che ad esempio vivono a Betlemme o intorno ai santuari come quello di Nazareth”.

Cristiani in Medio Oriente

Ad oggi i cristiani in Medio Oriente rappresentano circa il 5% della popolazione a fronte del 20% registrato nei primi anni del 1900. In Siria, ad esempio, dall'inizio del conflitto fra Gaza e Israele sono diminuiti del 70%. Uno Stato in cui oggi si guarda con ambivalenza alla presa di potere delle milizie Hayat Tahrir al Sham. Ma qual è il futuro dei cristiani nella regione? “Il futuro dei cristiani è quello di continuare ad essere una minoranza, esattamente come lo sono stati all’inizio. La situazione in Siria è in transizione, quindi per vedere come si assesterà bisognerà aspettare almeno fino a marzo, mese in cui dovrebbero esserci le elezioni e poi la stesura di una nuova costituzione. Sarà quello il momento decisivo in cui si vedrà se il nuovo regime garantirà libertà religiosa e di espressione anche a tutti i cristiani e a tutte le minoranze”.

Caduta di Assad

In Siria nessuno si aspettava una capitolazione così repentina del regime di Assad, e neppure la resa del supporto russo-iraniano. Uno scenario in cui Mosca e Teheran sono state eccessivamente indebolite sul fronte ucraino, rispettivamente su quello israeliano, oppure bisogna leggere questa situazione in un altro modo? “Penso che l’ultimo anno di guerra abbia giocato un ruolo fondamentale che ha effettivamente indebolito Hezbollah, l’Iran e la Russia. Ma ritengo che in questo contesto ci siano state anche delle trattative avvenute sottotraccia che hanno visto il coinvolgimento di Turchia, Stati Uniti e Paesi del Golfo”. Per Padre Patton, in questo senso lo schema è quello di interrompere il corridoio sciita. Questo partiva infatti dallo Yemen, per poi salire in Iran e in Iraq e prendere Siria e Libano. Oggi, tuttavia, "Hezbollah non è più presente né in Iran né in Siria, quindi la spina si è staccata”.

Effetto Trump in Medio Oriente

In questi giorni Trump ha detto al Time che la guerra in Medio Oriente rischia di essere più complessa da gestire rispetto a quella Ucraina. Ma effettivamente si sente già un effetto Trump in Medio Oriente? Si sente, perché Trump è considerato più pragmatico del suo predecessore. Tuttavia, uno dei primi effetti delle elezioni del tycoon, di fatto, è stato il cessate il fuoco e la tregua in Libano tra Hezbollah e Israele. E questo è un segnale decisamente positivo”.

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