In attesa della consegna della petizione a favore dei Gemmo, che avverrà oggi pomeriggio alle 16 a Bellinzona, la famiglia siriana i cui due figli maggiorenni dovrebbero essere rinviati in Grecia il prossimo 30 giugno finisce pure al centro di un atto parlamentare del PPD, firmato da Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni, Sara Beretta Piccoli e Lorenzo Jelmini.
Un'interrogazione che vuole lanciare un appello alle autorità affinché la famiglia possa restare unita.
"Una classe del Liceo di Lugano, la 4C, durante l’anno scolastico ha aiutato alcuni ragazzi rifugiati ospitati presso la Croce Rossa di Paradiso" esordiscono Fonio e cofirmatari. "In una società sempre più individualista, il gesto di questi giovani risulta estremamente sensibile e meritevole dell’attenzione della politica cantonale e non solo! Durante i loro pomeriggi in comune, sono venuti a conoscenza della famiglia Gemmo, di orgine curda ma nata in Siria, di religione Yazida."
"Una conoscenza che ha portato i giovani della 4C a presentare un appello raccontando la storia di questa famiglia" proseguono i quattro deputati PPD, prima di rievocare la vicenda: “Quattro anni fa la famiglia Gemmo con 5 bambini minorenni è scappata dal loro paese a causa della guerra. Ora risiede da più di un anno in Ticino, dove i 3 fratelli più piccoli hanno potuto finalmente andare a scuola, mentre i due ragazzi più grandi nel frattempo sono diventati maggiorenni (19 e 18 anni). Questi ultimi sono di fondamentale importanza per tutta la famiglia. Sono infatti loro che si occupano delle questioni quotidiane perché dopo tutti questi anni di incertezza (43 anni!) il padre non ha retto lo stress e si è ammalato in modo molto grave. Questo padre è riuscito a mantenere integra ed unita tutta la famiglia attraversando la Turchia, la Grecia, l’Italia, la Germania e finalmente, come detto, da 1 anno e mezzo circa sono in Svizzera. Durante il loro peregrinare, il soggiorno greco è stato il più breve infatti un mese e mezzo dopo sono riusciti a prendere un barcone in direzione dell’Italia ma nel frattempo le autorità greche li hanno incarcerati per 2-3 giorni. In quell’occasione gli hanno “estorto” le impronte digitali “trasformandoli” così, a loro insaputa, in rifugiati politici della Grecia (senza alcuna audizione, senza il loro consenso). Già allora, viste le precarie condizioni umanitarie e sanitarie del paese che li ospitava ma sul quale volevano solo transitare, il loro soggiorno è stato allucinante, senza alcun rispetto dei primari diritti umani.”
"Conoscendo la realtà greca, avendo (Giorgio Fonio) visitato lo scorso anno insieme a Fiorenzo Dadò alcuni campi profughi a ridosso con la Macedonia, possiamo confermare lo stato di disagio e profondo abbondono in cui sono lasciati i profughi, specialmente quelli in giovane età e non accompagnati dai genitori" scrivono gli interroganti. "Lo stato di abbandono accompagnato dall’automatismo della concessione dell’asilo giustificano misure straordinarie di accoglienza in Svizzera di questa famiglia."
"Ora, la situazione a causa di quanto avvenuto in Grecia complica decisamente la situazione della famiglia Gemmo" scrivono Fonio e cofirmatari. "Secondo gli accordi di Dublino dovrebbero essere rimpatriati nel paese in cui sono state prese le impronte digitali. Va però pur detto che alcuni profughi che si trovano in Grecia vengono, in caso di necessità, trasferiti nelle altre nazioni europee tenendo in considerazione la situazione di forte degrado in cui sono obbligati a vivere, applicando la clausola umanitaria prevista dall’art. 17 del regolamento di Dublino."
"In queste ore è stato lanciato un appello sottoscritto tra gli altri anche dal già Vescovo di Lugano, Giacomo Grampa e Chiara Simoneschi Cortesi (già presidente del Consiglio Nazionale) a seguito della decisione di prima istanza di rifiuto dell’asilo, tutt’ora sospeso durante la procedura di ricorso, salvo per i due figli appena maggiorenni che rischiano da un giorno di essere strappati dalla loro famiglia venendo trasferiti in un paese a loro sconosciuto per non dire ostile" proseguono i quattro deputati PPD. "Giova ricordare che altri membri di questa stirpe famigliare hanno già ricevuto l’asilo in altri cantoni (in particolare nel Canton Friburgo) riconoscendo la gravità delle persecuzioni a cui sono state esposte."
Fonio, Agustoni, Beretta Piccoli e Agustoni pongono quindi le seguenti domande al Consiglio di Stato:
"Quali sono le competenze delle autorità cantonali riguardo la situazione di questa famiglia?"
"Esistono delle clausole di carattere straordinario che permettono un intervento delle autorità cantonali a favore della permanenza in Svizzera, rispettivamente del Canton Ticino, di tutti i membri della famiglia?"
"Il Consiglio di Stato intravede la possibilità di una misura urgente che tenga conto della situazione straordinaria di questa famiglia, in particolare dei figli da poco maggiorenne?"
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