Ticino
"La filiera lattiero-casearia è sul baratro"
© Shutterstock
© Shutterstock
Keystone-ats
4 ore fa
La deputata comunista Lea Ferrari interpella il Consiglio di Stato sulla difficile situazione del settore. "L’Esecutivo ha intenzione di avviare contatti con tutti gli attori, affinché si possa trasformare più latte ticinese, anziché farlo venire da fuori?”

La crisi della filiera lattiero-casearia ticinese preoccupa la granconsigliera Lea Ferrari (PC), secondo cui ad oggi non sussiste un vero e proprio progetto per il “dopo-LATI”. Sono passati diversi mesi dalla chiusura del giugno 2024 e Oltralpe sono stati trasportati quasi 2 milioni di chili di latte convenzionale dalla Federazione ticinese produttori di latte (FTPL). Per il 2025 si prevede che ne andranno trasportati fuori dal cantone oltre il doppio. Per la deputata comunista la situazione attuale non è sostenibile in quanto “i produttori locali ricevono meno di 50 centesimi al litro, un prezzo ben al di sotto di altri cantoni e che non riesce a coprire nemmeno i costi di produzione”, si legge in un'interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato. “Non vi è più una valorizzazione del latte ticinese, che ha il potenziale di essere un prodotto di elevate qualità”. Inoltre, questa condizione “è contraria alla sicurezza alimentare, alla sovranità alimentare e alla filiera corta. Il costoso trasporto non può continuare ancora per molti anni”.

"Non si possono aspettare i progetti attuali"

Secondo Ferrari, non si possono più attendere i progetti esistenti pronti a farsi carico di una parte di questo latte per trasformarlo localmente e retribuire correttamente gli allevatori. Ad esempio, il progetto di sviluppo regionale Blenioplus, a cui Cantone e Confederazione hanno già concesso un aiuto agli investimenti di 5,7 milioni, "è bloccato dal ricorso interposto dalla stessa LATI (poco prima della chiusura) e dal Caseificio del Gottardo". Il Consiglio di Stato "non ha ancora evaso il ricorso dopo un anno e mezzo".

Le domande

Ferrari chiede quindi al Consiglio di Stato come si spiega che il ricorso di Caseificio del Gottardo SA alla decisione di sostegno al PSR Blenioplus non sia ancora stato evaso dopo 1 anno e mezzo di attesa, e se l’Esecutivo non ritiene che in quel lasso di tempo si potevano trovare delle soluzioni per il settore del latte ticinese. Il PSR Blenioplus è fondamentale per le aziende di allevamento di bovini della Valle di Blenio, ma allo stesso tempo è un tassello indispensabile della filiera lattiero casearia dopo la chiusura della LATI. "Il Governo conferma questa visione?” Ferrari domanda anche se, prevedendo che i ricorrenti non demordano nemmeno dopo un eventuale non accoglimento del loro ricorso, ci si debba aspettare ulteriori anni di attesa, dopo che tale progetto “ha già avuto un iter molto lungo. Cosa intende fare il Consiglio di Stato per cercare di accelerare le tempistiche?” L’Esecutivo "ha intenzione di avviare contatti con tutti gli attori, anche con il Caseificio del Gottardo, affinché si possa trasformare più latte ticinese anziché farlo venire da fuori, in modo da superare con lo sforzo, l’impegno e la solidarietà di tutti, il periodo dei mesi più sensibili con minori quantità di latte disponibili nel nostro cantone?”

 

I tag di questo articolo