Ticino
La pandemia affossa Bellinzona Blues
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Filippo Suessli
4 anni fa
La cooperativa che organizza Bellinzona Blues e altri eventi a Bellinzona ha consegnato i bilanci in Pretura, la pandemia ha bloccato i piani di rilancio previsti per il 2020

Bellinzona Blues 2020 doveva essere per la prima volta a pagamento, per risanare le finanze e garantirsi un futuro. Ma la pandemia ha bloccato il progetto e costretto gli organizzatori a gettare la spugna. La notizia arriva oggi attraverso un lungo post su Facebook: Coopaso, la Società Cooperativa Paso, che organizza Bellinzona Blues e altri eventi nella capitale, ha depositato i bilanci. “La precarietà finanziaria che sempre ha accompagnato la nostra attività ci ha portato a una situazione di stallo dalla quale contavamo di uscire proprio
con il festival 2020, il quale avrebbe previsto, per la prima volta, un’entrata a pagamento”, si legge nel comunicato.

“Ciò non è stato possibile, di conseguenza è scemata anche la speranza di recuperare parte delle perdite cumulate che sono andate ad erodere il capitale dei soci. All’aspetto finanziario si sono poi aggiunti anche la stanchezza e lo scoramento del gruppo di lavoro Coopaso, tutti volontari non retribuiti, di fronte all’impossibilità di prevedere una ripresa delle attività, nonché alle preannunciate dimissioni di 3 membri del comitato, che avrebbero dovuto concretarsi con la prossima assemblea”. “Eccoci quindi a comunicarvi che una storia, una bella storia, durata quasi 10 anni (la cooperativa è stata fondata l’11.04.2011) è purtroppo giunta al capolinea. Un capitolo si chiude con tanta tristezza ma con la consapevolezza di aver fatto grandi cose e di aver regalato tanta musica di qualità al nostro pubblico”.

Nel suo addio Coopaso ricorda i tanti eventi organizzati: “ai primi concerti nei locali del centro storico, alle indimenticabili serate alla mitica Bavarese, dai concerti per il lancio del Woodstock di Arbedo ai vari eventi sui luoghi di lavoro (Blues in Carrozzeria, Folk&Blues in Falegnameria, Blues in cava ad Arvigo, Blues & Wine alla cantina Cagi di Giubiasco, Rock & Blues in Fattoria, Jazz&Blues alla centrale idroelettrica AMB di Giubiasco, Blues al Grotto...), dai Musicaperò a Castelgrande all’organizzazione musicale di Perbacco, fino ad arrivare alla Blues Night del Grotto Pasinetti (riaperto per l’occasione),alle indimenticabili Bellinzona Blues Sessions e infine al festival Bellinzona Blues Festival”.

La nota firmata dal comitato di Coopaso si conclude, però, con una speranza: “Ma un libro ha più capitoli e noi ne abbiamo concluso uno. Lasciamo quindi tutto questo con la speranza che una nuova storia possa partire, magari prendendo anche qualche insegnamento da questo momento storico dove una pandemia globale ha stravolto attività, abitudini e quegli aspetti della vita quotidiana e anche culturale, ormai dati per scontati. Sicuramente faremo tesoro delle esperienze accumulate in questi anni e cercheremo di trarre nuovi stimoli anche da questa situazione pandemica che, volenti o nolenti, ha cambiato le regole del gioco. E chissà che in un futuro prossimo, magari con nuove forze, non si possa cominciare a scrivere le prime pagine di una nuova avventura”.

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