"La poligamia fa parte dell'islam e offre diversi vantaggi. Basta guardarsi in giro: tante persone hanno un amante, tanti matrimoni finiscono a pezzi. L'islam, con la poligamia, offre la soluzione. L'uomo non ha bisogno di cercarsi un'amante, ma può esprimere liberamente la sua attrazione per le donne. E le donne hanno tutte gli stessi diritti e doveri."
È così che Nora Illi, la 32enne svizzera convertitasi all'islam cui è stata comminata la prima multa per burqa in Ticino, lo scorso 1° luglio a Locarno, difende la pratica della poligamia in un'intervista rilasciata al portale tedesco RP Online.
Il portale le chiede perché questo privilegio è accordato solo alle donne e non agli uomini. E lei spiega che "è naturale che una donna abbia un solo partner. E parliamoci chiaro: quando una delle quattro mogli di un uomo resta incinta, è chiaro chi è il padre. Ma in un matrimonio tra una donna e quattro uomini, non si saprebbe chi è il padre."
Il portale le fa allora notare che esiste il test del DNA. "Ma un test genetico è possibile solo dopo la nascita" spiega Nora Illi. "Il padre non potrebbe quindi sviluppare una relazione con il figlio quando è ancora nell'utero. Inoltre l'appetito sessuale dell'uomo è più ampio di quello della donna."
Nell'intervista c'è spazio anche per una domanda sul divieto di dissimulare il volto in pubblico entrato in vigore in Ticino, la cui prima vittima è stata appunto Nora Illi. Ma lei ribadisce di non avere alcuna intenzione di pagare la sanzione. "No, non la pagherò, la contesterò presso tutte le istanze. È un divieto che viola la mia libertà e i diritti fondamentali."
La 32enne, che si copre il volto in pubblico da ormai 14 anni, ribadisce che la sua è stata una libera scelta di cui non si è mai pentita. "E sono convinta che quasi tutte le donne che vivono in Europa indossano il burqa volontariamente. Lo sentiamo come un segno di riverenza verso Allah e come una protezione."
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