Ticino
"La scuola ticinese sta facendo tanto per i disabili"
"La scuola ticinese sta facendo tanto per i disabili"
"La scuola ticinese sta facendo tanto per i disabili"
Redazione
8 anni fa
Massimo Scarpa, ufficio della pedagogia speciale: "L’inclusione non passa dall’eliminazione della scuola speciale"

La testimonianza a Ticinonews (per saperne di più clicca qui) della madre di un bambino disabile, che ha preferito iscrivere il figlio in una scuola italiana piuttosto che in una ticinese per il percorso formativo proposto, ha fatto molto discutere, con interventi in merito da parte della sezione luganese del PPD e del deputato Udc in GC Tiziano Galeazzi, i quali hanno chiesto un maggiore impegno da parte delle autorità competenti per l'inclusione dei bambini disabili nelle scuole "regolari".

Ma i bambini con disabilità sono davvero così esclusi dall'offerta scolastica ticinese? Lo abbiamo chiesto a Massimo Scarpa, capoufficio dell'ufficio della pedagogia speciale.

Cosa pensa della testimonianza della dottoressa Veronesi?Conoscevo già la questione e abbiamo già avuto modo di confrontarci. Tuttavia ritengo sia difficile confrontare sistemi formativi di diversi paesi pensando che uno sia migliore dell’altro. In Ticino puntiamo sulla massimizzazione dell’inclusione, fermo restando che ogni situazione va valutata singolarmente per capire e offrire il miglior percorso a ogni bambino; per alcuni bambini la classe ad effettivo ridotto di scuola speciale con personale pedagogico curativo adeguatamente formato permette un valido percorso formativo individualizzato.

Come si fa a includere un bambino con disabilità in una scuola regolare?Ogni situazione deve essere valutata individualmente, considerando le risorse individuali, del contesto famigliare e scolastico locale; ciò permette di capire fino a che punto un bambino può approfittare di un percorso nella scuola regolare del proprio domicilio. L’obiettivo è fare in modo che stia il più possibile con i suoi compagni di classe, ma, se un bambino ha necessità di avere una presenza massiccia e assidua di un operatore pedagogico specializzato, abbia più senso inserirlo in una classe di scuola speciale, inserita negli edifici della scuola regolare.Dove però, a detta della protagonista della vicenda, rimarrebbe escluso.Non è vero, anche perché sono classi inserite in contesti di scuola regolare, con attività condivise con le altre classi. Si tratta però di frequentare una classe più piccola, con un programma più individuale e focalizzato alle necessità dell’allievo, che rischierebbe in una classe ordinaria di non avere gli strumenti per seguire, almeno parzialmente, il regolare percorso formativo.Le scuole speciali sono una soluzione adeguata?Per la mia esperienza, sono convinto che l’inclusione passi non dall’eliminazione della scuola speciale, ma dalla capacità di includerla sempre meglio in contesti regolari, come nel caso delle classi inclusive, dove allievi a sviluppo normotipico e allievi con disabilità riescono a frequentare la stessa sezione. Esattamente come nel progetto partito nella scuola dell’infanzia di Ruvigliana. E che hanno già coinvolto sezioni di Stabio, Biasca, Giubiasco e Orselina per la scuola dell’infanzia. Massagno, Biasca e Locarno per le elementari e infine Losone per la scuola media.Quanti studenti coinvolgono?Queste classi inclusive accolgono circa 40 allievi con disabilità di entità diversa. Da considerare che nelle classi regolari sono inseriti con progetti individuali più di 300 bambini con bisogni di pedagogia speciale. Peraltro 40 di questi hanno un disturbo dello spettro dell’autismo: il fatto che riescano, a volte con successo, a frequentare le sezioni regolari è la dimostrazione di come il sistema proposto sia interessante e porti dei risultati importanti.E’ d’accordo con le parole del deputato Udc Tiziano Galeazzi, quando esorta il Cantone a impegnarsi di più per gli allievi con disabilità?Credo che, in un periodo di risparmi, il Cantone non abbia mai lesinato e anzi ha investito per questi studenti. Tanto che in tre anni siamo passati da una sola a ben dieci sezioni di classi inclusive e da 600 ore di accompagnamento a 2'000 ore. Direi quindi che la strada intrapresa sia quella giusta e che il Cantone sia fortemente propositivo in tal senso. Peraltro a livello di scuole dell’infanzia e elementari, la progettazione dell’inclusione non" può che essere condivisa con i comuni, che costituiscono l’autorità a livello di scuole comunali.

MS

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata