Università
La scure dei tagli a formazione e ricerca si abbatte su Usi e Supsi
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 mesi fa
Se le Camere approveranno la proposta governativa, i due istituti universitari ticinesi saranno chiamati a risparmiare diversi milioni. Alzare le tasse semestrali non convince appieno né alla Supsi né all'Usi.

Sarà inevitabile: i risparmi da 460 milioni di franchi che il Consiglio federale conta di effettuare nel settore della ricerca e della formazione finiranno per toccare anche gli istituti universitari ticinesi. "Calcoliamo di perdere circa 7-8 milioni di franchi all'anno", stima Franco Gervasoni, direttore della Supsi, intervistato da Ticinonews. "È un impatto importante per un'istituzione come la nostra. Se queste misure saranno effettivamente implementate, dovremo trovare delle soluzioni per garantire la nostra competitività". L'Università della Svizzera italiana, "secondo i primi calcoli che abbiamo fatto, potrebbe invece perdere 6,5 milioni all'anno, considerando i nostri istituti affiliati di Bellinzona", aggiunge la rettrice, Luisa Lambertini.

Incertezze

Delle contromisure saranno dunque necessarie. "Dovremo agire su costi e ricavi. In questo senso, il tema delle tasse semestrali - precisa Franco Gervasoni - è indubbiamente importante, ma anche sensibile. Ci sono famiglie che pagano o anche persone che stanno attraversando una fase di riconversione professionale: aumentare di 2-400 franchi la tassa può voler dire diminuire la possibilità di accesso agli studi". L'Usi ha attivato "un gruppo di lavoro per capire in che modo affrontare questi tagli, cercando di mantenere le nostre attività fondamentali. Abbiamo quindi già iniziato a lavorare, ma in tutta onestà - chiosa Lambertini - si è in una situazione di grande incertezza".

Il nodo delle tasse

A fianco ai tagli, anche lo stesso Consiglio federale propone di aumentare le tasse universitarie. L'Usi, tuttavia, osserva la rettrice, "ha già delle tasse piuttosto elevate. Questa è quindi una possibilità da valutare solo con molta cautela". L'innalzamento delle tasse toccherebbe sì tutti gli atenei rossocrociati, Lambertini riconosce che l'Usi, partendo già da importi alti rispetto alla media nazionale, rischia di perdere attrattiva nel panorama universitario nazionale. "Molto dipenderà da come reagiranno le altre università, con cui lavoriamo insieme, ma con le quali siamo anche in competizione".

Studenti Ue sgravati

Su questo fronte, si inserisce un altro elemento di incertezza, ovvero la riduzione delle tasse universitarie per gli studenti europei, prevista nel nuovo pacchetto di accordi bilaterali. "Considerando i numeri attuali, per l'Usi questo si tradurrebbe in un'ulteriore taglio alle entrate di 7,6 milioni". La questione penalizza anche la Supsi: "Bisognerà capire in che misura - riflette Gervasoni - la Confederazione sarà in grado di compensare questi minori ricavi".