Ticino
La Stan contesta il nuovo Piano regolatore nel quartiere di Cornaredo
La Stan contesta il nuovo Piano regolatore nel quartiere di Cornaredo
La Stan contesta il nuovo Piano regolatore nel quartiere di Cornaredo
Redazione
5 anni fa
La Società ticinese per l'arte e la natura ricorre contro le varianti di fase 2: “È in contrasto con la legge federale sulla pianificazione del territorio”

La Stan ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato ritenendo che le Varianti Fase 2 violano alcuni principi fondamentali di diritto federale, in specie per insostenibile aumento della contenibilità ad almeno 850 unità abitative (Canobbio + 300 abitanti, Lugano + 300 abitanti e Porza + 350 abitanti), per violazione dello spazio riservato alle acque, in particolare alle acque del fiume del Cassarate, e infine per perdita ingiustificata di aree agricole, con riferimento al cosiddetto Pratone di Trevano.

"La città deve tornare a un insieme di luoghi vivibili"La Società denuncia l’infondatezza e gli errori di una pianificazione di quartiere superata. "Alla luce delle mutate esigenze urbanistiche, ambientali e sociali nel luganese occorre rivedere strumenti e concetti affinché la città torni ad essere un insieme di luoghi vivibili e non una giustapposizione di case, strade, spazi aperti di risulta. Parchi, giardini, orti, componenti naturali, riferimenti a beni culturali, a preesistenze storiche e a spazi pubblici significativi non mancavano certo nel paesaggio urbano schizzato negli studi preliminari, questi sono del resto anche obiettivi dell’”esercizio visioni pianificatorie” voluto dall’amministrazione cittadina e proprio ora in corso a Lugano".

"Contenibilità con conseguenze dannose"E proseguono: “Purtroppo schizzi e parole non sono stati tradotti in strumenti pianificatori concreti per Cornaredo, o solo parzialmente, dato che tali obiettivi non vengono sviluppati in alcun modo dalle Varianti pubblicate; addirittura le Varianti, qualora venissero approvate, aumenterebbero la contenibilità del quartiere e il numero di abitanti con conseguenze dannose: il paesaggio urbano prodotto dallo strumento pianificatorio in vigore resta quello urbanisticamente e socialmente povero che possiamo vedere oggi a Cornaredo, le Varianti non fanno che consolidarlo”, scrive la Stan. L’aumento della contenibilità, dunque “comporta conseguenze dannose come l'esposizione al rumore per un alto numero di residenti oltre il grado di sensibilità ammissibile (grado III), un incremento del traffico con aumento dei movimenti veicolari giornalieri a 16 mila ai quali si devono aggiungere quelli indotti dal posteggio P&R, ossia 6'600 movimenti, per un totale di 22'600 movimenti al giorno (pari a 1'883 movimenti all'ora su 12 ore, pari a 32 movimenti al minuto) e infine un aumento del fabbisogno di servizi scolastici con nuove esigenze di aule e un aumento della necessità di mezzi di trasporto pubblico senza un esame attendibile del fabbisogno in termini di ripartizione modale”.

Due questioni fondamentaliIl ricorso della società tocca due questioni fondamentali. La prima è che "la variante in pubblicazione lascia lettera morta e non dà risposta a quanto statuito nella Risoluzione del CdS del 2010 di approvazione del progetto del PR intercomunale del Nuovo Quartiere di Cornaredo, che esigeva interazione tra l’equilibrio del comprensorio fluviale e lo sviluppo urbano. La seconda questione riguarda l’assenza nella variante in pubblicazione di misure specifiche per la zona agricola".

"Depauperamento di beni comuni"Inoltre, "denuncia questi metodi e queste mancanze perché producono depauperamento di beni comuni: e ciò perché non ci si attiene al principio cardine secondo cui debbano essere i beni comuni, da un lato il fiume, inteso come componente naturale e sociale nel suo insieme, con le preesistenze, i manufatti, gli usi comunitari e produttivi delle acque, e dall'altro la campagna, intesa come territorio rurale nel suo insieme, con le preesistenze e gli usi agricoli, a dettare la pianificazione di un comprensorio come quello di Cornaredo".

"Errori pianificatori e mancato rispetto del diritto""Il depauperamento di beni comuni inquieta la Stan che però non ricorre contro la pianificazione lacunosa solo in base a criteri generali ma - conclude - contesta gli errori pianificatori con precisi riscontri del mancato rispetto del diritto in vigore, con particolare riferimento alla legislazione applicabile a livello federale menzionata sopra".

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