Balerna
La Valcambi rimproverata dalla Confederazione: nel 2020 scoperto oro di dubbia provenienza
©Fiorenzo Maffi
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Redazione
2 anni fa
Secondo quanto riportato da Rts e Nzz am Sonntag, durante un controllo ufficiale del dicembre 2020 nella sede di Balerna sarebbe emerso dell'oro proveniente da una società di Dubai nota per le sue attività di riciclaggio e per i suoi legami con il terrorismo.

La Valcambi di Balerna è finita sotto la lente della Rts e della Nzz am Sonntag. Le due testate sono infatti entrate in possesso di una lettera confidenziale trasmessa dall'Ufficio centrale di controllo dei metalli preziosi alla raffineria d'oro con sede nel Basso Mendrisiotto. Nel documento, le autorità federali mettono in guardia la società ticinese a seguito della scoperta nella sede di Balerna, durante un controllo del dicembre 2020, di oro proveniente dalla raffineria MTM di Dubai, appartenente al gruppo emiratino Kaloti. Il rischio messo in evidenza dal controllo dei metalli preziosi è quello di riciclaggio e di legami con il finanziamento del terrorismo.

"Società collegata a riciclaggio e finanziamento terrorismo"

"Le nostre indagini si sono concentrate (...) sui lingotti d'oro acquistati da Trust One Financial Services", si legge su Rts e Nzz am Sonntag, che citano il contenuto della lettera confidenziale alla Valcambi. "Questi lingotti d'oro sono stati consegnati direttamente dalla raffineria MTM con sede a Dubai. Nei media, questa società è stata collegata al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo". Benché la reputazione di MTM e Kaloti fosse conosciuta, i funzionari evidenziano come Valcambi abbia "deciso di continuare il suo rapporto commerciale con MTM, nonostante i rischi molto significativi legati alla provenienza dell'oro".

Non una sanzione

Il documento confidenziale riporta che l'azienda di Balerna non ha effettuato alcuna ispezione o controllo presso lo stabilimento di Dubai, limitandosi alle informazioni fornite da un intermediario finanziario, ovvero il già citato Trust One Financial Services. La lettera non rappresenta comunque una sanzione. La legislazione svizzera, infatti, non prevede misure di questo tipo, nemmeno in caso di accertamento di una violazione del dovere di diligenza. Contattato dalle due testate, il Dipartimento federale delle finanze ha voluto ribadire che "una relazione d'affari potenzialmente sensibile non costituisce la prova di un reato penale". Rts e Nzz am Sonntag hanno posto delle domande alla Valcambi, che non ha tuttavia voluto rispondere.

False dichiarazioni

Nell'ottobre 2020, il Ceo della Valcambi Michael Mesaric aveva dichiarato alla Berner Zeitung che "Da un anno (2019) non abbiamo più rapporti commerciali con Kaloti". Un'informazione giudicata falsa dalle testate svizzero-tedesca e romanda: sulla base dei documenti riservati in loro possesso, Kaloti avrebbe continuato a consegnare oro alla Valcambi in quel periodo. Non è dato sapere se la relazione commerciale fra Valcambi e Kaloti sia ancora in corso.