
"Sono perplesso per il contenuto della nuova agenda scolastica, prodotta dal Cantone e destinata ai bambini ticinesi già a partire dalla 5a elementare. Al suo interno, un argomento delicatissimo come la diversità di genere viene banalizzato e usato come strumento di una battaglia ideologica importata dal mondo anglosassone". Questo è l'inizio del post apparso sul profilo Facebook di Giuseppe Cotti (Centro), vicesindaco di Locarno, che in questi giorni ha infiammato la polemica sull'agenda scolastica 2023/24. Su questo tema Ticinonews ha messo a confronto le opinioni dello stesso Cotti, insieme a quelle di Mattea David, deputata socialista in Gran Consiglio.
Cotti: "Un tema trattato in maniera superficiale"
Su Facebook, come detto, Cotti ha espresso una certa irritazione per il testo indirizzato agli allievi delle scuole ticinesi. A non piacere al vicesindaco di Locarno è il fatto che "un tema delicato come la diversità e la fluidità di genere venga utilizzato come strumento di una battaglia ideologica". Questo "non è serio" perché "non si tratta di una campagna per il rispetto dei diritti delle minoranze, ma di un tema divisivo in vari ambiti che viene trattato in maniera superficiale".
David: "Non è ideologia, ma una questione emotiva e fisica"
Mattea David ha invece spiegato di "non trovare nulla di ideologico nel permettere a un giovane di riconoscere un'esperienza che sta vivendo, perché di questo si tratta". Il testo fotografato da Cotti e postato su Facebook "è ciò che si prova quando ci si interroga sulla propria identità sessuale. È una questione molto delicata, proprio perché personale, che nell'agenda viene trattata in maniera delicata e non banalizzata. Un tema affrontato in modo che i giovani che leggeranno il testo potranno capire che non tutti si identificano come eterosessuali, con il genere che viene assegnato alla nascita". Per David "il fatto di avere questo trafiletto permette anche a chi non ha dubbi di potersi approcciare a chi sta vivendo questo conflitto interiore".
Cotti: "Stiamo alimentando la confusione"
"A mio avviso stiamo alimentando la confusione in una fase delicata della crescita di un/a ragazzo/a. La mia non è una posizione radicale, ma si basa su quelle che sono verità scientifiche secondo cui una donna è un essere umano di sesso femminile e un uomo uno di sesso maschile. Questa è anche la posizione del Consiglio federale che in un rapporto di dicembre 2022 si dichiara contrario al terzo sesso", ha argomentato Cotti. "In un ambito delicato come quello scolastico dovremmo attenerci a quello che dice la scienza. Lo facciamo quando si parla di vaccini e clima, non vedo perché non dovremmo farlo quando si parla di identità di genere".
David: "Non si aumenta la confusione, si danno gli strumenti per parlare"
"Siamo persone, quindi proviamo emozioni e sentimenti. Quello che è puramente biologico può essere diverso rispetto a quello che ci sentiamo. Non si alimenta la confusione tra i ragazzi perché la costruzione dell'identità di genere avviene all'incirca dai 2-3 anni, si sviluppa ulteriormente tra i 5-6 per diventare più incisiva su quello che saremo fra i 10 e i 13 anni", ha ribattuto David. "Le persone che non si identificano nel proprio genere o hanno bisogno di dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere lo sanno già durante la prima fase dell'adolescenza. Per questo non si aumenta la confusione, ma si forniscono gli strumenti per poter parlare con qualcuno e non far sentire sole le persone. Inoltre si permette a chi interagirà con questi ragazzi di capire quello che stanno affrontando. Penso che il compito della scuola sia anche quello di informare e fornire gli strumenti per farsi un'opinione. Riconoscere il fatto che ci siano delle persone che non si identificano su quello che ha insegnato loro la biologia non è indottrinamento e non va contro la scienza".