La reazione
L'ATTE sulla chiusura degli uffici postali: "Le conseguenze per la popolazione sono allarmanti"
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
9 mesi fa
Il Comitato cantonale dell'Associazione Ticinese Terza Età (ATTE) prende posizione a proposito delle previste chiusure dei vari uffici postali annunciate dal Gigante giallo.

"Sebbene si cerchi di giustificare questa decisione con le tendenze irreversibili in atto e con il calo registrato nella domanda di servizi allo sportello, le conseguenze per la popolazione, soprattutto per i residenti in aree periferiche, sono allarmanti e meritano una seria riflessione". È un estratto della presa di posizione del Comitato cantonale dell'Associazione Ticinese Terza Età (ATTE), sulla decisione della Posta di chiudere 170 filiali nei prossimi quattro anni.

"Un luogo fondamentale"

Nella presa di posizione il Comitato cantonale dell'ATTE sottolinea come "per la componente anziana della popolazione, numericamente sempre più rilevante in Ticino, gli uffici postali siano ben più di un luogo in cui effettuare operazioni finanziarie: essi sono, in realtà, un punto di accesso fondamentale a servizio e informazioni essenziali". Oltre a questo, viene ancora specificato, "la loro chiusura obbligherebbe molti a spostarsi più lontano, creando barriere insormontabili per chi ha limitazioni di mobilità o vive in zone scarsamente servite dai trasporti pubblici. Nelle aree periferiche, gli uffici postali svolgono un ruolo importante anche come centri di aggregazione e servizi".

"Si aggraverebbe il fenomeno dell'isolamento sociale"

La scomparsa delle filiali della Posta, inoltre, "concorrerebbe ad aggravare il fenomeno dell’isolamento sociale, già presente in molte realtà, riducendo ulteriormente l’accesso a servizi di base e aumentando le disuguaglianze territoriali". Ma non solo, perché secondo l'ATTE, "è anche necessario ricordare come il passaggio a soluzioni digitali non risponda necessariamente alle esigenze e competenze di una parte ancora significativa della popolazione anziana, che mostra di non avere sufficiente familiarità con le tecnologie moderne".

"I tagli appaiono come inevitabili"

 La chiusura di filiali, conclude la presa di posizione, "comporterà inevitabilmente anche una riduzione dei posti di lavoro. Sebbene La Posta affermi di voler evitare licenziamenti attraverso la formazione e la ricollocazione del personale, dei tagli appaiono come inevitabili e verosimilmente finiranno per colpire in modo particolare le comunità più piccole o periferiche, dove le opportunità di reimpiego già sono scarse". Per il Comitato "è dunque imperativo che La Posta avvii un dialogo trasparente e inclusivo con le comunità locali, i Comuni e le Associazioni che rappresentano i vari interessi presenti nella società per trovare soluzioni che considerino anche le esigenze specifiche delle componenti sociali più fragili ed esposte, come la popolazione anziana e quella residente nelle aree periferiche. Nonostante la dichiarata volontà di esplorare alternative che mitighino l’impatto della chiusura di filiali (come l'introduzione di servizi mobili o la collaborazione con enti locali per garantire un livello minimo di accesso ai servizi), la riorganizzazione della rete postale – posto che essa sia davvero inevitabile – dovrà essere affrontata con un approccio equilibrato. Ciò comporta la capacità di considerare con attenzione e sensibilità non solo le esigenze economiche e tecnologiche, ma anche il benessere e l’inclusione sociale di tutta la popolazione, a tutela del diritto di ogni cittadino, in particolare degli anziani, di accedere a servizi essenziali".