Rovio
Lavori sospesi al Park Hotel a margine di una serata "infuocata"
©Gabriele Putzu
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Redazione
9 ore fa
Il proprietario del Park Hotel che dovrebbe accogliere i 40 richiedenti asilo deve decidere se fare ricorso o meno; secondo il Sindaco di Valmara la contrarietà della popolazione è anche da imputarsi alla modalità comunicativa del Cantone.

La questione dell'accoglienza di 40 rifugiati a Rovio non sembra essere ancora chiusa. La sospensione dei lavori al Park Hotel è stata annunciata ufficialmente ieri durante un incontro con la popolazione che il sindaco di Valmara Jgor Zocchetti ha definito "una serata infuocata e frequentatissima". Ora la palla passa nel campo dei proprietari della struttura e del Cantone, che dovranno decidere il da farsi. Ticinonews ha contattato proprio il Sindaco per fare il punto della situazione. 

I lavori sospesi in attesa di un eventuale ricorso

La sospensione dei lavori al Park Hotel segue l'intenzione del Comune di garantire le norme edilizie e di abitabilità: "la decisione è arrivata perché come ente locale facciamo rispettare la legge edilizia per i privati, ed è importante che essa venga rispettata da tutti". Delle pressioni sono arrivate anche da parte della popolazione, che "ci ha segnalato dei problemi nella struttura del Park Hotel", spiega Zocchetti; problematiche che non vertevano nello specifico sull'abitabilità delle camere, quanto più su lavori precedenti eseguiti senza permesso e in merito al sistema fognario della struttura. Ad essere problematica è anche la destinazione d'uso della struttura: "il Park Hotel risiede in una zona adibita ad uso alberghiero, è necessario fare una domanda". 
Il progetto non può dirsi chiuso definitivamente, quanto più è congelato. La palla ora è nelle mani del proprietario del Park Hotel, che può decidere se fare ricorso al Consiglio di Stato in merito alla decisione di sospensione dei lavori o meno. Nel frattempo, al Municipio di Valmara non resta che aspettare i prossimi sviluppi: "abbiamo fatto i passi che dovevamo nei confronti della popolazione, ora non resta che attendere l'iter del blocco edilizio. Il Cantone, poi, non si è ancora espresso definitivamente sul progetto del trasferimento dei rifugiati a Rovio". 

Una serata "frequentatissima e infuocata"

La sospensione è stata comunicata nel corso di una serata di incontro con la popolazione "frequentatissima" ci spiega Zocchetti, con circa 120 partecipanti, tra cui abitanti dei comuni limitrofi ed esponenti politici di Lega e Udc, "tanto che lo spazio non era sufficiente, ma per noi era importante organizzare la serata all'interno del quartiere toccato dalla decisione del Cantone, pertanto abbiamo deciso di farla lì". Ad una prima introduzione ed alle spiegazioni del Cantone sono seguite le domande della popolazione su sicurezza, inclusione dei migranti, e non idoneità del Park Hotel.
Tra la popolazione ha prevalso la contrarietà all'accoglienza dei rifugiati, tema che non ha mancato di scaldare gli animi, spiega il Sindaco: "sono dell'idea che si può sempre essere contrari a tutto, ma avendo un atteggiamento costruttivo. Alcune persone si sono lasciate prendere dall'emotività, ci sono state discussioni accese che si è fatto fatica a gestire perché impregnate di stereotipi, talvolta. Questo ha lasciato un po' l'amaro in bocca". Alcune esternazioni sarebbero state dettate infatti da un "pregiudizio nei confronti dei rifugiati da parte di alcune persone, che si è cercato di dissipare. Non sempre è possibile farlo in una serata del genere, e ognuno la pensa come vuole". In ogni caso, "noi come Comune ci siamo concentrati a spiegare i nostri passi nell'iter", spiega Zocchetti: "ho cercato di rimanere completamente oggettivo, ho spiegato i passi che ha fatto il Municipio per far rispettare la legge". 

Un approccio problematico da parte del Cantone

Secondo Zocchetti ciò che ha complicato la vicenda è una comunicazione non efficace da parte del Cantone: "era essenziale coinvolgere da subito la comunità e gli enti locali. Penso che bisogna avere trasparenza quando si prendono decisioni di questo genere, altrimenti si arriva a quanto avuto ieri sera". Una serata il cui obiettivo era, per Zocchetti, "tastare il sentimento della popolazione sull'argomento. Mi sono reso conto che la popolazione del quartiere di Rovio non si sente pronta ad accogliere i migranti così come proposto". 
La modalità comunicativa del Cantone è stata determinante secondo il sindaco: "Io capisco l'urgenza del Cantone. Ha tutto il mio sostegno in tal senso. Ma non si può calare un progetto così dall'alto, sapendo che già delle voci erano girate in paese. Questo ha portato al fallimento del progetto iniziale, è mancato un coinvolgimento della comunità locale. Bisogna essere trasparenti nelle decisioni, altrimenti poi la popolazione si sente presa in giro e reagisce male". Va inoltre considerato il ruolo del tema più ampio dell'immigrazione, inserito nel contesto locale di Rovio: "è un periodo difficile per tutti, ci sono le classe tematiche come guerre, aumento dei costi, che portano le persone ad essere arrabbiate con il sistema e ogni decisione imposta non trova il consenso. Capisco il Cantone, ma se fosse stato tutto più condiviso da subito e organizzato, forse ci sarebbe stata un'accoglienza diversa".