
Nessuno fa un passo indietro. Così sta continuando il muro contro muro tra impresari costruttori e sindacato Unia per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dell’edilizia. A mantenere distanti le due parti gli orari di lavoro in periodi di canicola. “Secondo noi Unia sta cercando lo scontro”, ha detto a Ticinonews Mauro Galli, presidente della Società svizzera impresari costruttori Ticino (SSIC-Ti). “Il CCL è stato accettato da noi e da Ocst, ma non da Unia”. Pronta la replica del sindacato: “Potremmo dire il contrario, visto che tecnicamente potrebbero concedere quest’ora di lavoro in meno in periodi di canicola”, ha risposto Dario Cadenazzi, responsabile settore edilizia per Unia Ticino.
Nessuno è disposto a cedere
“Abbiamo ceduto su altri punti. Ma siccome non esiste un regolamento sulla canicola vogliamo andarci con i piedi di piombo. Va bene adottare un regolamento, mettere dei paletti, ma questi non devono essere troppo penalizzanti per noi. In alcuni cantieri può capitare che si possa terminare prima, ma vogliamo avere la possibilità -in determinate occasioni- di lavorare fino alle 15 per non perdere troppe ore di lavoro”, ha spiegato Galli. “Il punto legato alla canicola è molto importante. Lo scorso anno abbiamo avuto diversi giorni di canicola ed è inaccettabile vedere i lavoratori sul cantiere con 36 gradi. Il buon senso dovrebbe portare a trovare delle soluzioni”, ha replicato Cadenazzi.
I rischi che si stanno correndo
“Il rischio è che se Unia non accetterà questa proposta, l’unico riferimento sarà il Contratto nazionale mantello”, ha spiegato il presidente della SSIC-Ti. “Siamo coerenti con la nostra impostazione e cerchiamo di proteggere i lavoratori nel modo migliore possibile”, ha affermato Cadenazzi.
Preoccupa il calo dell’attività
Gli orari di lavoro in periodi di canicola non sono stati però l’unico punto sollevato ieri in occasione dell’annuale assemblea della SSIC, la quale si dice preoccupata anche per il calo dell’attività delle costruzioni in Ticino. Secondo il direttore Nicola Bagnovini, infatti, l’aumento repentino delle domande di costruzione non deve ingannare. Basta confrontarlo con quello dei costi medi a preventivo a loro legati: da un milione, in pochi anni, sono scesi a circa 670mila franchi. “Le domande tengono abbastanza bene come valore, ma ci accorgiamo che si tratta sempre di oggetti più piccoli, riferiti in particolare al risanamento energetico”, afferma Bagnovini. “Gran parte di questo lavoro non va alle imprese di costruzione, bensì agli artigiani, e quindi le nostre aziende devono cercare di acquisire per non avere grossi problemi, anche occupazionali, nella seconda parte dell’anno”.
“Ci sono ditte storiche che hanno chiuso”
Durante la conferenza è stato anche ribadito che le riserve di lavoro sono in calo. Il freno dell’edilizia privata è stato solo parzialmente compensato dal pubblico, come già ricordato nelle scorse settimane. Rincari e ritardi nelle forniture hanno complicato il quadro. “Difficoltà ce ne sono state: abbiamo visto fusioni e ditte storiche che hanno chiuso, proprio perché non c’è stato rinnovamento o non c’è stata la possibilità di dare continuità alle aziende”. Al momento “abbiamo comunque numerose imprese di costruzione in Ticino”, precisa Bagnovini.
Sguardo sulla formazione
Un grande margine sta nel rinnovamento degli edifici, considerando che oltre la metà del patrimonio immobiliare ticinese risale a prima degli anni ’60. Sensibilizzare i proprietari sarà dunque una delle principali sfide per gli anni a venire. Un’altra sarà quella di incitare il pubblico a suddividere i grandi appalti in più lotti. C’è poi il grosso capitolo della formazione: “È sempre più faticoso reperire dei giovani che si avvicinano alla nostra formazione e soprattutto trovare quelle figure che riescono a entrare in breve tempo nei meccanismi”, spiega il deputato PLR Paolo Ortelli, direttore del Centro di formazione professionale di Gordola, “Credo non si debba rimanere al fioretto dei livelli, ma aprire a un vero cantiere che vada a fondo per una riforma, e in particolare un consolidamento, della formazione di base”.