
Gli ispettori cantonali del lavoro l'anno scorso hanno effettuato più controlli contro l'attività in nero, ma il numero di casi sospetti, 13'594, è rimasto stabile rispetto al 2013. Lo riferisce oggi la Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Dal rapporto annuale della SECO risulta che nel 2014 gli ispettori cantonali hanno effettuato complessivamente 12'009 controlli di aziende e 38'981 controlli di persone. Questi ultimi sono aumentati del 12% rispetto all'anno precedente, mentre quelli sulle aziende sono rimasti stabili. Le presunte violazioni dell'obbligo del permesso e di notificazione secondo il diritto degli stranieri sono calate del 14% e le sanzioni inflitte del 13%. Ma - sottolinea la SECO - dal momento che i Cantoni ridefiniscono ogni anno le proprie priorità in questo ambito, una riduzione dei casi sospetti e dei casi puniti non significa necessariamente che il lavoro nero sia diminuito. Nell'ambito delle imposte alla fonte, nel 2014 le presunte violazioni sono aumentate del 12% e le sanzioni inflitte del 450%. Tali incrementi - precisa la SECO - sono dovuti ad investigazioni più approfondite. Ginevra, ad esempio, ha messo a disposizione più tempo e più mezzi. In materia di assicurazioni sociali c'è invece stato un lieve incremento dei casi sospetti (+3,2%), ma un minor numero di sanzioni (-3%). Per contrastare il fenomeno del lavoro nero, i Cantoni hanno impiegato circa 70 posti a tempo pieno: uno in più del 2013. Questi impieghi sono finanziati al 50% dalla SECO, che ha anche preparato ulteriore materiale didattico per gli ispettori cantonali. Inoltre, i Cantoni e la Confederazione hanno elaborato insieme un nuovo programma per la formazione degli organi di controllo. Il primo di aprile il Consiglio federale ha posto in consultazione una proposta per migliorare l'esecuzione della legge federale contro il lavoro nero (LLN). Precedenti analisi avevano rilevato che è necessario intensificare collaborazione tra gli organi cantonali di controllo e le altre autorità coinvolte, nonché introdurre sanzioni dirette in caso di violazione dell'obbligo di annuncio. Si tratta anche di rafforzare il ruolo della Confederazione e di adeguare il finanziamento alla lotto contro il lavoro nero.
Per quanto concerne il Ticino - fa sapere il DFE - nell’ambito delle assicurazioni sociali, 43 datori di lavoro e 6 lavoratori indipendenti sono stati sanzionati per violazione dell’obbligo di assoggettamento AVS/AI/IPG/AD. D’altro canto, 16 lavoratori dipendenti hanno ricevuto una sanzione per violazione dell’obbligo di annuncio in materia di assicurazione contro gli infortuni, 12 casi di abuso sono stati registrati in materia di disoccupazione e in 2 casi è stata sanzionata una violazione al diritto degli stranieri.
Tutti questi dati riguardano unicamente gli organi di controllo previsti dalla LLN e non le attività assunte direttamente dalle autorità competenti in materia di assicurazioni sociali, diritto degli stranieri e imposte alla fonte. Sono pure esclusi i dati riguardanti i controlli promossi dagli organi di polizia. Una lotta a salvaguardia di tutto il tessuto socio-economico – Il lavoro nero sottrae importanti risorse all’economia e sottopone i lavoratori a dei rischi troppo spesso sottovalutati.
Questa consapevolezza può e deve fare la differenza nella lotta al lavoro nero. Così come a livello federale, anche a livello cantonale è, dunque, fondamentale sensibilizzare e informare la popolazione riguardo a questo tema e alle sue possibili ricadute, che toccano tutto il tessuto socio-economico. Se credete di essere confrontati con una situazione di lavoro nero, potete segnalare il caso sia telefonicamente (al numero 091 814 73 84) sia tramite posta elettronica (all’indirizzo [email protected]). Inoltre, la pagina web www.ti.ch/lavoro-nero mette a disposizione numerosi documenti utili, riflessioni e informazioni dedicati a questo tema. Allo stesso indirizzo è possibile anche scaricare, completare e spedire comodamente per via elettronica un apposito formulario di segnalazione.
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