
C’è stato un tempo in cui il Ceresio pullulava di alborelle. Le si pescava con il quadrato, o rete a bilancia, venivano usate come esca e gremivano le friggitrici delle sagre come San Provino o San Martino. Poi sono scomparse, e anzi, da metà degli anni novanta nel Lago di Lugano si sono letteralmente estinte."Nessuno ha ricondotto la sparizione o la crisi dell'alborella a una sola causa - commenta Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio Caccia e Pesca del Dipartimento del Territorio - ciò che ha trovato un po' d'accordo tutti gli esperti è che quasi con certezza è stata la somma di più fattori in tutti i diversi laghi. Questo oggi ci ha portato ancora a non sapere esattamente cosa sia successo. Però se nel Ceresio oggi consideriamo l'alborella estinta, possiamo considerare l'alborella in ripresa nel Maggiore".Nel Verbano è andata un po’ meglio e, seppur in crisi, non sono mai scomparse del tutto e negli ultimi tempi possiamo finalmente festeggiare il ritorno di alcuni banchi di grandi dimensioni. Un numero importante di esemplari, che fa ben sperare perché possano riprodursi autonomamente e andare a rimettere a posto la catena alimentare dei nostri laghi.Ed è così che stamattina a Lugano il Dipartimento del Territorio ha dato via a un primo tentativo di ripopolamento a cui ha partecipato anche la Sezione pesca Golfo di Lugano della Ceresiana. Oltre cinquemila esemplari allevati in cattività sono stati messi nel lago in un apposita gabbia al Pontile Belvedere di Lugano.
"Le alborelle hanno circa una settimana, 10 giorni. Sono appena nate a Brusino - spiega Putelli a TeleTicino - Ora vivono in gabbia per spostarle poi nel lago, quindi inizieranno a mangiare il loro nutrimento naturale. In questo spazio protetto le terremo più o meno un mese giusto per far sì che riescano ad arrivare a una taglia tale che permetta delle capacità natatorie sufficienti per sfuggire ai predatori. Verranno poi liberate nel lago nello spazio libero".
"Se guardiamo questo catino in rapporto alla dimensione del Ceresio è un piccolissimo passo, però nella giusta direzione. Il Dipartimento del Territorio ha deciso di fare tutto quanto necessario e possibile alle nostre altitudini per riuscire a recuperare questa specie importantissima per il lago. Questo è un primo piccolo passo nella giusta direzione".Le mangeremo a San Provino prima o poi? "Io spero, sicuramente poi che prima", conclude il dirigente cantonale.
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