Sono tutte over 65, vengono da ogni regione della Svizzera e da anni lottano per inasprire le leggi sui cambiamenti climatici. Sono le anziane per il clima, che si sono presentate mercoledì a Bellinzona. I colleghi di Ticinonews ne hanno parlato con la rappresentante per la Svizzera italiana Norma Bargetzi-Horisberger.
Preoccupazione per le nuove generazioni
“Siamo preoccupate soprattutto per le generazioni future. La gran parte di noi sono nonne con dei nipotini”, spiega Bargetzi-Horisberger. Quello che chiedono è che “il nostro Stato faccia di più per la protezione della salute delle concittadine e dei concittadini”. Una battaglia che le ormai 2’000 socie dell’Associazione Anziane per il clima, dopo il rifiuto del Governo e dei Tribunali Federali, hanno portato fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo. L’obiettivo, hanno spiegato a Bellinzona, è appunto quello di inasprire le leggi a tutela del futuro del pianeta e delle generazioni a venire. In che modo? Chiedendo di tutelare il diritto alla vita delle donne anziane, le più toccate dai cambiamenti climatici, ci spiega la copresidente Anne Mahrer.
“Non siamo egoiste”
All’inizio c’è chi ci ha detto: siete egoiste, pensate solo alla vostra salute. No, non siamo egoiste”, sottolinea Mahrer. “Se vinciamo, tutti quanti vincono. Era importante istituire un’associazione di persone anziane perché siamo particolarmente vulnerabili. In Svizzera non si possono fare delle Class Action. Bisognava trovare un modo per avviare un’azione giudiziaria. Il mezzo era creare l’associazione delle anziane per la protezione del clima e di condurre noi l’azione legale. Bisognerà probabilmente attendere ancora un po’, ma se accolta permetterà di cambiare le leggi a livello svizzero. È impossibile che la Svizzera non faccia niente. D’altronde, la Corte è attenta che le decisioni siano effettivamente applicate nei paesi condannati. Il Governo deve cambiare le leggi”
Scelta una via giuridica
Entusiaste e fiduciose, si definiscono anche testarde e determinate. Qui, ad esempio, sono state bloccate dalla polizia al WEF di Davos. “Siamo tenaci e testare. È stata accettata l’entrata in materia e proprio in queste ultime settimane la comunicazione sarà prioritaria e sarà la grande camera a trattarla, ed è già un grande successo”. Le Anziane per il clima hanno “scelto la via giuridica perché la via politica non dava esiti”. Una posizione sostenuta in toto dal meteorologo Matteo Buzzi, presente in veste di invitato. “Se non si cambia rotta sicuramente avremo delle conseguenze che potrei definire catastrofiche a livello planetario”, ha spiegato il meteorologo, evidenziando il rischio di una crisi degli ecosistemi e quindi anche le nostre basi della sussistenza, specialmente il cibo, saranno a rischio.
Politica assente
Grande assente, a parte qualche eccezione, la politica. “Abbiamo inviato l’invito in modo molto largo, ma abbiamo avuto poche risposte. Siamo state in Norvegia, in Lussemburgo e in Spagna. Due co-presidenti sono anche state invitate all’edizione principale del TG in Lussemburgo. Da noi invece è impensabile, o meglio, speriamo di poterlo pensare”, ha concluso Bargetzi-Horisberger.