Riget-Sirica
Le dimissioni di Roncelli "erano dovute"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 anni fa
I co-presidenti del Ps ticinese prendono atto delle dimissioni di Evaristo Roncelli dal ruolo di co-vicepresidente del partito. "Non ha senso ricoprire questa carica se non ci si identifica nel progetto che si sta cercando di costruire".

Le dimissioni di Evaristo Roncelli da co-vicepresidente del Ps ticinese? "Un gesto politicamente dovuto". Non usano mezzi termini i co-presidenti Laura Riget e Fabrizio Sirica per esprimersi sulla partenza di Roncelli. "Non ha senso ricoprire la carica di vicepresidente di un partito se non ci si identifica nel progetto che si sta cercando costruire".

La questione della lista per il Governo

L'elefante nella stanza nel terremoto che sta investendo il Ps ticinese è la non intenzione del partito di mettere il nome di Amalia Mirante sulla lista congiunta Ps-Verdi per il Consiglio di Stato. "Appellandosi a presunte differenze politiche - si legge nella presa di posizione di Riget e Sirica - si sottace la vera questione: chi saranno le due persone scelte dal Congresso per essere candidate sulla lista 'Socialisti e Verdi'" per il Governo. Per la successione di Manuele Bertoli, Roncelli era tra i sostenitori della candidatura di Amalia Mirante, mentre il partito ha deciso di blindare quella di Marina Carobbio, affiancata da Yannick Demaria della Gioventù Socialista.

"Congresso luogo per discutere, ma siamo fiduciosi che la linea sarà confermata"

I co-presidenti ricordano come il congresso del partito, in calendario il prossimo 13 novembre, sia "il luogo adatto per affrontare le discussioni sulle proposte politiche e per decidere in maniera trasparente e democratica sulle candidature per il Governo", sebbene comunque affermino di essere "fiduciosi che la base del partito confermi nuovamente questo progetto di alleanza rosso-verde". Su questo fronte, i lavori proseguono: "Nel frattempo abbiamo pubblicato la bozza di piattaforma di governo elaborata assieme a I Verdi". L'invito "a chi, all’interno del partito, non si riconoscesse appieno in queste rivendicazioni" è di "inviare emendamenti, per un un sano confronto sui temi".