
E se in alcuni casi raggiungere un primato è motivo di orgoglio, in altri lo è molto meno. Questo è probabilmente uno di quelli che deve essere inserito nella seconda fascia."È un triste primato il nostro, siamo un Paese da quinto mondo: in Svizzera è ignoto il concetto di giusta causa, si può licenziare senza motivo, basta rispettare il termine di preavviso. Una situazione che ha effetti devastanti sui lavoratori, soprattutto in un periodo di crisi", spiega al Caffè Enrico Borelli, segretario generale Unia.In Italia è crisi sul lavoro, un paese spezzato in due da nuove riforme che migliorano la flessibilità in uscita, ovvero i licenziamenti, permettendo cosi di scavalcare Paesi come Irlanda, Nuova Zelanda e Danimarca. Ma resterebbe ancora distante dalla Confederazione. Nell'inchiesta del domenicale il Caffè, "da una parte la Svizzera risulta sul fronte della flessibilità uno dei Paesi meglio piazzati al mondo, anche per la libertà di licenziare, sorpassata solo da Regno Unito, Canada e Stati Uniti; dall'altra si evidenzia come la posizione italiana non fosse fino ad oggi così distante nel confronto europeo, ben lontana com'era dalle rigide tutele del lavoro di Paesi in crisi come il Portogallo, la Spagna o la Grecia"."La possibilità di introdurre un reintegro del lavoratore in caso di licenziamento abusivo non è pensabile in Svizzera. Credo invece bisognerebbe aumentare la penale a carico del datore di lavoro, in caso di licenziamenti giudicati illegittimi", aggiunge Valerio Agustoni, segretario del sindacato degli impiegati di commercio.Toccherà seguire i nuovi sviluppi su questi "licenziamenti facili". Resta tutto in mano alla politica.
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