
"I musulmani moderati non esistono. Sostengo questa tesi dicendo: l'islam moderato non esiste."
Ad affermarlo è Pedro Ranca Da Costa, già collaboratore dell'Ufficio del delegato cantonale per l'integrazione degli stranieri, in un'opinione pubblicata sul Corriere del Ticino di oggi.
Il bellinzonese d'adozione scrive di aver verificato questa tesi "durante il mio periodo di quattro anni di studio in Algeria e di due anni in Tunisia e viaggiando nei Paesi islamici come il Marocco e la Libia."
Secondo Da Costa, in Europa tutti i musulmani si dichiarano moderati "per vivere tranquilli e soprattutto per farsi invitare alle diverse trasmissioni televisive come "Porta a Porta". Un esponente dei Fratelli musulmani, che sono in gran parte fondamentalisti, si presenterà come moderato in Europa, ma non userà mai questo aggettivo in Egitto o in Giordania."
"La colpa di questa abitudine non è soltanto dei musulmani", scrive Da Costa, "ma della stampa che divide i seguaci dell'islam in due categorie, terroristi e moderati. Infatti, molti musulmani sono convinti che se non ci si definisce moderati, sei considerato come un terrorista."
Da Costa cita poi le parole del filosofo algerino Lakhous, uno che conosce bene la comunità musulmana italiana: "Il concetto di moderato è pieno di trappole. Perché è stato importato da un altro contesto di relazioni internazionali. A un certo punto, i Paesi a maggioranza musulmana sono stati classificati come fondamentalisti o moderati. In base alle convenienze. L'Arabia Saudita, per sempio, fondamentalista nel senso peggiore della parola, è collocata tra i moderati perché ha appoggiato la guerra in Afghanistan contro i sovietici, e così via. Questo concetto ora è applicato ai musulmani tout court, ai quali viene chiesto di prendere una posizione moderata. Non ha senso. Perché mai dovrei giustificarmi per qualcosa che hanno fatto altri, lontanissimi da me? Se il termine moderato risulta inadeguato, però, se sembra un'etichetta ritagliata per tranquillizzare le coscienze occidentali e creare un "musulmano su misura" dall'aspetto gradevole e poco dissonante, come si può correttamente riferirsi a chi, per esempio, non va in moschea e non si attiene rigidamente a tutte le prescrizioni del Corano, e alla fine rappresenta la maggioranza dei circa 15 milioni di fedeli che vivono in Occidente?"
"Questo modello di islam ha fallito, non c'è bisogno di essere a favore né contro, non ha senso parlare di moderati" prosegue Da Costa. "Servono riforme, che aggiornino una serie di pratiche e consuetudini consolidate in tempi remoti."
Da Costa conclude citando un altro filosofo, il francese Abdennour Bidar, "il quale ha fatto un appello ai connazionali musulmani pregandoli di ammettere di aver creato un mostro chiamato Stato islamico e di smettere di rifiutare che quel mostro sia nato dal loro sbandamento nel collocarsi nella civiltà umana globale. A detta di Bidar, nel negare che i crimini del mostro siano commessi in nome dell'islam e nell'accusare mediocremente l'Occidente, i suoi fratelli perdono tempo. Il radicalismo, invece, corre veloce" conclude Da Costa. "Le parole sono importanti e l'ignoranza è un'arma di cui avere molta paura."
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata