Vallemaggia
"Lo spirito solidale elvetico è venuto meno sotto la cupola di Palazzo federale"
©Gabriele Putzu
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Redazione
14 giorni fa
I sindaci di Lavizzara e Cevio criticano la Confederazione per la mancata solidarietà per la ricostruzione dopo l'alluvione in Vallemaggia. Chiedono quindi un aiuto maggiore per affrontare i danni stimati in oltre 100 milioni di franchi.

"Siamo in Svizzera, quindi state sicuri che arriveranno anche i fondi necessari per la ricostruzione". Parole rassicuranti, queste, pronunciate da un consigliere di Stato ticinese all'indomani della catastrofe che ha fortemente colpito la Vallemaggia quest'estate ma che non sembrano aver trovato posto nella realtà. I sindaci di Lavizzara (Gabriele Dazio) e di Cevio (Wanda Dadò) hanno infatti deciso di inoltrare una missiva direttamente al Consiglio federale nella quale non viene nascosto come "le notizie pervenuteci successivamente riguardo la risposta negativa data dalla Confederazione alla lettera inviata lo scorso luglio da parte della deputazione ticinese, unitamente a quella grigionese e a quella vallesana, e dopo ulteriore richiesta trasmessa dal nostro Governo cantonale, hanno lasciato di stucco in Ticino, soprattutto noi Comuni direttamente colpiti da questi eventi straordinari". Quello che viene sottolineato, e che ha maggiormente lasciato senza parole i diretti interessati, è il fatto che il nostro Paese vanta una tradizione solidale, tuttavia non pervenuta in questa particolare e delicata situazione.

Uno spirito solidale venuto meno

Lo spirito del 'Tutti per uno, uno per tutti', ritratto sotto la cupola di Palazzo federale, "sembra proprio esser venuto meno in questa occasione. L'acqua è un bene pubblico, non può esserlo unicamente quando genera utili miliardari nella produzione idroelettrica, di cui ai Comuni non restano che le briciole". I due sindaci hanno poi voluto mettere in evidenza come il Canton Ticino abbia compiuto numerosi passi avanti, sia economicamente che socialmente negli scorsi decenni, "ma non si possono certo sottacere diverse difficoltà strutturali che affliggono il Cantone, soprattutto come territorio di confine". L'intento di Dazio e Dadò non è tuttavia quello di azzardare confronti, anche se non nascondono una certa sorpresa in quella che viene da loro definita "una notevole discriminazione ai danni del nostro Cantone, se solo si pensa che il sistema di perequazione federale versa in totale 6,2 miliardi di franchi ai Cantoni beneficiari e che il Ticino ne riceve solamente circa 100 milioni, a fronte del Cantone dei Grigioni che ne riceve 226, del Vallese che ne riceve circa 900 e del Canton Berna che riceve ben 1,4 miliardi di franchi. Occorre essere obiettivi, queste differenze sono quasi scioccanti". E anche se i paragoni, come detto, sono delicati, nella lettera indirizzata a Berna viene sottolineato come nel 2025 il Canton Vallese e i Grigioni, pure duramente colpiti dalle catastrofi estive di quest'anno, "riceveranno in più dalla perequazione anche un contributo complementare di cui il Ticino invece non beneficerà".

Un senso di smarrimento

I due sindaci non possono quindi che dirsi smarriti in una situazione in cui la Confederazione ha negato una maggior partecipazione ai costi di ripristino dell'alluvione. "Soprattutto se si pensa che per il 2024 non avverrà nemmeno una distribuzione degli utili della BNS ai Cantoni. Se è certo corretto fare capo alle proprie forze nella maggiore misura possibile, è evidente, ora più che mai, che per noi è essenziale poter ottenere un ulteriore aiuto". Il contributo stanziato dalla Confederazione si limita infatti a due ambiti specifici, regolati dalla Legge federale sulla sistemazione dei corsi d'acqua e dalla Legge federale sulle foreste, ed è limitato alla copertura del 35% dei costi per tali opere. "Oltre a ciò, non è previsto alcun contributo straordinario. Per il Ticino rientrano in questi ambiti costi stimati per 21 milioni di franchi. I danni totali sono però stimati in oltre 100 milioni! Un carico davvero eccessivo per i nostri Comuni e per il Cantone senza un aiuto da Berna".

Ripercussioni future

Per concludere, Dazio e Dadò hanno voluto ribadire che in qualità di Comuni "siamo stati confrontati, e lo saremo ancora in un prossimo futuro, con tutte le ripercussioni di un evento straordinario una violenta quanto tragica alluvione che ci ha messi davvero, e pesantemente, alla prova. La solidarietà di numerosi cittadini ci ha permesso di compiere, e portare a termine, un enorme sforzo per il ripristino dei servizi essenziali. Molto lavoro rimane ancora da fare per restituire le infrastrutture essenziali a un territorio paesaggisticamente straordinario da sempre gradito anche a molti connazionali che ci rendono visita. Per riuscire in questa difficile impresa necessitiamo di una solidarietà che si concretizzi, nei fatti, anche a livello istituzionale. Noi ce la stiamo mettendo davvero tutta, ma solo uniti, tutti assieme, riusciremo a far rivivere ancora questa regione".