Ticino
Luce verde dal Gran Consiglio alla pianificazione ospedaliera con numeri minimi di casi
©Gabriele Putzu
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Redazione
15 ore fa
Approvato con 46 voti favorevoli, 7 contrari e 12 astenuti il rapporto della Commissione sanità che fissa gli indirizzi strategici per il settore sanitario del Cantone Ticino fino al 2032.

Oltre al Preventivo 2025, l'altro grande tema di questa sessione invernale del Gran Consiglio riguardava la pianificazione ospedaliera. Il rapporto firmato all'unanimità lo scorso ottobre dalla Commissione sanità e sicurezza sociale, ricordiamo, prevedeva, riassumendolo, una  medicina di prossimità su tutto il territorio ma numero minimo di casi per l’ottenimento dei mandati. Un documento che fissa gli indirizzi strategici per il settore sanitario del Cantone Ticino fino al 2032, approvato a larga maggioranza dai deputati, con 46 voti favorevoli, 7 contrari e 12 astenuti. Una pianificazione bocciata però da chi da sempre lotta per cure di base capillari e contro le logiche di mercato applicate alla sanità: l'MpS. "C'è stato un cedimento alla medicina privata e c'è una concentrazione e oggi abbiamo davanti a noi un rapporto unico che spiana la strada a queste logiche", ha detto in aula Matteo Pronzini, riferendosi alla votazione del 2022 quando "è stato votato di non essere più competenti nella discussione dei mandati". 

In effetti dal 2022 il Gran Consiglio può discutere solo degli indirizzi strategici. Sarà invece il Consiglio di Stato ad attribuire i mandati secondo le richieste delle varie strutture, che appunto, per riceverli dovranno adempiere tutta una serie di requisiti, tra cui il numero minimo di casi. parliamo comunque di quote molto basse. "Dobbiamo frenare l’aumento dei costi, garantendo al contempo la prossimità delle cure", ha ribadito il deputato del Centro Claudio Isabella. "Bisogna affrontare le sfide come la penuria di medici e infermieri, sviluppare la medicina altamente specializzata, ma anche le volontà popolari e la necessità dei cittadini. Parliamo di salute, non di business, quindi è necessario garantire il massimo delle cure al minor costo possibile”, ha aggiunto il centrista. "Pur mettendo sulla bilancia il principio della prossimità", ha affermato il socialista Danilo Forini, "bisogna avere il coraggio di portare avanti con forza i molti ambiti specialistici della medicina, anche il tema della concentrazione dell’attività in un unico sito. Questa via è la strada obbligata che dobbiamo avere la forza e il coraggio di percorrere con più vigore per garantire la qualità del sistema ospedaliero ticinese e agire sui costi”.

In tanti in aula hanno anche affermato che si sarebbe potuto e dovuto fare di più. "Riteniamo che la pianificazione proposta sia sì un passo in avanti, ma che non sia ancora abbastanza incisiva per arrivare all’obiettivo di ridurre i costi della sanità", ha aggiunto il Plr Alessandro Cedraschi. La pianificazione ospedaliera proposta, ha invece affermato il leghista Alessandro Mazzoleni, "ha comunque dei pregi, come precisato nel rapporto della preposta commissione. La pianificazione ospedaliera si prefissa infatti di organizzare tutte le strutture ospedaliere presenti nel nostro Cantone, mediante un’unica regolamentazione. Un nuovo progetto che rafforza anche il tema delle quote di mercato e dei numeri minimi per sede. Queste cifre dovranno essere rilevate e controllate annualmente. Anche in questo caso è stato fatto un passo avanti”.