“La Commissione giustizia e diritti ha lavorato sorprendentemente molto bene, abbiamo trovato delle intese. Tant’è vero che usciamo compatti su questi aspetti”. Con queste parole il presidente Fiorenzo Dadò ha raccontato a Ticinonews quanto fatto quest'oggi a Palazzo delle Orsoline dalla Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio. Sono infatti tre i rapporti firmati quasi all'unanimità. Tra questi quello che approva la legge destinata a diventare celebre come "Lex Ermani". Un’iniziativa che, una volta accolta, darà la base legale al Consiglio della Magistratura per sospendere un magistrato anche in via cautelare. “Non si riferisce a Ermani, ma alle problematiche legate alla magistratura, quindi anche a questo caso specifico del Tribunale penale cantonale. Ricordiamo però che sono cinque i giudici coinvolti", ha precisato Dadò. Al rapporto firmato questa mattina manca però qualcosa che prima invece c’era: il carattere di retroattività. In principio, insomma, si voleva rendere la norma applicabile anche ai carichi pendenti. “È stato eliminato, poi spetterà al Consiglio della Magistratura fare le proprie valutazioni su cosa applicare, quando e se farlo".
Il secondo rapporto
Il secondo rapporto, invece, riguarda un’iniziativa dell'MpS che propone come il presidente e il vicepresidente delle Sezioni e delle Camere del Tribunale d’appello non siano "immediatamente rieleggibili". Insomma, una rotazione delle cariche che eviti, citiamo, "la creazione di ‘giardinetti’ con atteggiamenti di inutile e dannosa onnipotenza". La Commissione ha parzialmente accolto la richiesta: verrà applicata per le tre Sezioni e non per le camere. “Quando un giudice assume una carica di presidente di tribunali molto importanti con più giudici rischia, se ricopre quel ruolo per più anni, di creare qualche problema. La Commissione ha quindi ritenuto di riproporre quanto vale già oggi per il Tribunale d'appello, ovvero una rotazione automatica ogni due anni", ha aggiunto Dadò.
La mini riforma della giustizia
Il terzo punto riguarda la mini riforma della giustizia, ovvero un ampio pacchetto di misure a cui la Commissione ha lavorato nel corso dell’estate. Si va dall’adozione di un codice etico per la Magistratura, al tema delle nomine dei magistrati, passando alla creazione di una direzione del Ministero pubblico, fino alla professionalizzazione del Consiglio della Magistratura. “Dopo anni di enunciazioni e di grandi intendimenti, visto che non si è mosso nulla, la Commissione ha lavorato tutta l’estate e finalmente è arrivata con tutta una serie di modifiche per quanto riguarda i vari ambiti della Magistratura”.