
QS Quacquarelli Symonds, una delle principali società attive nelle valutazioni universitarie e dei ranking accademici, ha pubblicato la prima edizione del QS World University Rankings: Europe, incentrato sugli atenei in Paesi membri del Consiglio d’Europa; gli atenei vengono valutati per riconoscimento globale, capacità di ricerca, risorse didattiche, internazionalità e risultati occupazionali.
La posizione dell’USI
La graduatoria elenca 690 istituzioni in 25 Paesi. Al primo posto si trova l'Università di Oxford, seguita dal Politecnico federale di Zurigo (ETH) al secondo e dall'Università di Cambridge al terzo; il Politecnico federale di Losanna (EPFL) è invece in nona posizione. Nella classifica generale l’Università della Svizzera italiana è 229esima, situandosi nel miglior 35% della graduatoria.
Cifre "notevoli"
“Notevoli” i risultati riguardanti la ricerca scientifica; in particolare, l’USI risulta il 9º ateneo europeo, e terzo svizzero dietro a EPFL ed ETH, per numero di citazioni per ogni articolo pubblicato, superando istituzioni quali l’Università di Oxford e l’University College di Londra. Più volte una ricerca viene citata in altri lavori accademici, più questa è da considerare importante.
Bene anche per internazionalità e mobilità
Positivi anche gli indicatori di internazionalità e mobilità: l’USI risulta la quarta università europea per internazionalità del personale accademico e 40esima per quanto concerne studenti e studentesse, situandosi rispettivamente al secondo e terzo posto tra gli atenei elvetici; l’USI risulta inoltre nel miglior 25% degli atenei per quanto riguarda la mobilità studentesca.
“Un risultato importante”
Quello ottenuto dall’USI “è un risultato importante per la nostra università, perché conferma la nostra vocazione di ateneo fortemente internazionale e dedicato alla ricerca”, ha commentato la rettrice Luisa Lambertini. “L’USI è un’università piccola e giovane: non abbiamo ancora la reputazione accademica e presso i datori di lavoro di livello internazionale che invece hanno altri atenei; questo ci penalizza nella classifica generale, ma allo stesso tempo ci sprona a lavorare per far conoscere le nostre attività e a continuare a impegnarci in una formazione e una ricerca di alto livello”.