Cadempino
Luxury Goods, saltano gli ultimi posti di lavoro in Ticino
Redazione
25 giorni fa
Il personale era impiegato nello stabile di Cadempino. Sarà complicato individuare uno sbocco professionale interno al gruppo per i 123 dipendenti toccati dalla misura. L'Ocst: "Il tessuto economico ticinese subisce l’ennesimo caso di disdetta collettiva che colpisce lavoratori qualificati e funzioni centrali dell’organizzazione aziendale".

Gli ultimi 123 dipendenti della Luxury Goods International che erano rimasti in Ticino, a Cadempino, hanno ricevuto giovedì la comunicazione delle disdette. Lo riferisce la Rsi. Ricordiamo che la partenza graduale dal cantone delle attività riconducibili al gruppo Kering è cominciata sei anni fa. Il centro di Bioggio di LGI era stato invece chiuso nel 2024, mentre quello di Sant’Antonino è passato sotto un’altra azienda. Sempre secondo l’emittente di Comano, in questa occasione sarà complicato individuare uno sbocco professionale interno al gruppo per i dipendenti toccati dalla misura. 

"L'ennesimo caso che colpisce i lavoratori"

Sul caso ha preso posizione il sindacato Ocst, che "apprende con grande rammarico della decisione del Gruppo Kering di cessare definitivamente le attività della società Luxury Goods International (LGI), storica realtà del territorio. La chiusura, prevista entro il 2026, avverrà in modo graduale, coinvolgendo passo dopo passo diverse funzioni aziendali – tra cui il Customer Service, il Finance e Amministrazione, le Risorse Umane, l’IT e l’Ufficio Dogane". Si tratta, si legge, "di una decisione che segna il completo disimpegno del Gruppo Kering dal nostro cantone, dopo un lungo periodo di ridimensionamenti e riorganizzazioni. A essere colpite saranno 123 collaboratrici e collaboratori, per i quali si prospetta un futuro professionale incerto, con poche possibilità di ricollocamento all’interno del gruppo stesso. Come sindacato, esprimiamo forte preoccupazione per le conseguenze occupazionali e umane che questa scelta comporta. Il tessuto economico ticinese subisce l’ennesimo caso di disdetta collettiva che colpisce lavoratori qualificati e funzioni centrali dell’organizzazione aziendale".

"Il silenzio non è più un'opzione sostenibile"

"In questo contesto difficile", continua l'Ocst, "va tuttavia riconosciuta la validità del quadro contrattuale in essere. LGI è infatti firmataria del Contratto Collettivo di Lavoro per gli impiegati di commercio, e questo ha permesso, oggi come in tutte le fasi precedenti, l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo che, pur nella sua drammaticità, si sta avviando in modo trasparente, con un dialogo attivo fra le parti. La relazione consolidata con la Commissione del personale, costruita negli anni, si sta rivelando uno strumento prezioso per gestire questa fase con la necessaria attenzione e il dovuto rispetto per i lavoratori coinvolti. La vicenda LGI si inserisce in un quadro più ampio e preoccupante: sono ormai numerosi i casi di chiusure o riorganizzazioni che colpiscono il settore dell’industria allargata in Ticino. Per questo motivo l’OCST chiede alle associazioni padronali, a partire da Ticino Moda, di aprire un confronto strutturato sul futuro dell’occupazione industriale nel nostro Cantone." Il silenzio o la gestione caso per caso, conclude la presa di posizione, "non sono più un’opzione sostenibile".