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Macellai sotto pressione, alcune chiusure anche in Ticino
Redazione
21 ore fa
La pressione sui macellai in Svizzera si fa sentire sempre di più, nonostante le vendite siano stabili. Qualche chiusura in Ticino c’è stata, anche se i numeri non sono elevatissimi. A incidere, i costi e la concorrenza con l’estero. E pian piano, si affaccia il problema della successione.

Gli svizzeri non hanno smesso di apprezzare filetti di cervo, costine, e qualche salamella. Eppure, nonostante la stabilità delle vendite, in tutto il paese sta crescendo la pressione sui macellai. Alcuni fusionano, altri vengono invece acquisiti come filiali di grandi distributori. L’avvertimento lo ha lanciato l’unione professionale svizzera della carne sui giornali del gruppo CH Media. Nel nostro Cantone non c’è stato un numero elevato di chiusure, ma i macellai ticinesi non navigano in acque del tutto tranquille. Roberto Luisoni è presidente dell’associazione mastri macellai salumieri Ticino e Mesolcina. “Negli ultimi 3-4 anni abbiamo avuto delle chiusure. In alcuni casi chi ha chiuso ha trovato un successore, in altri però ci sono problemi legati al trasloco. Chi è in affitto e deve spostarsi deve rifletterci bene, perché chi è in locazione deve far fronte a dei costi sia amministrativi che di gestione molto alti. Tutte le apparecchiature di una macelleria costano parecchio, anche a livello di manutenzione. Inoltre, spesso sono installazioni fisse”.

Mancanza di soluzioni a livello nazionale

Una situazione di cui è stato testimone diretto proprio Roberto Luisoni, che qualche anno fa ha dovuto chiudere la sua attività in centro a Lugano perché lo stabile in cui era in affitto è stato demolito. Ma anche perché, in futuro, i figli non avrebbero preso in mano il negozio. La mancanza di soluzioni quando i titolari vanno in pensione è ben nota a livello nazionale, e pian piano si affaccia anche in Ticino. “A livello di successione di ritiro di una macelleria al momento non ci sono grossi problemi, anche se nei prossimi anni sono a conoscenza del fatto che alcuni soci andranno in pensione senza nessun parente intenzionato a ritirare l’attività”. E se questo problema in Ticino è conosciuto solo in parte, lo stesso non può di certo dirsi per la concorrenza con il Nord Italia. “Ci sono diversi fattori ad influire: la carne in Italia costa decisamente meno e il cambio è sempre più favorevole, ad oggi siamo a 0,95. Quindi chi va a fare la spesa oltreconfine ha comunque un guadagno. A questo si aggiunge inoltre il fatto che anche il prezzo della benzina su territorio italiano sta diventando sempre più conveniente. Fattori che messi insieme invogliano la popolazione a fare acquisti all’estero”.

Uno sguardo preoccupato al futuro

Tutti fattori che fanno guardare al futuro con qualche preoccupazione. “Abbiamo tante macellerie messe bene, ma molte di queste purtroppo si trovano in strutture ormai vecchie e spesso fatiscenti. In questo caso, se manca la collaborazione del proprietario sul fronte finanziario, alcune leggi federali diventano difficili da rispettare e si è costretti alla chiusura”, ha concluso Luisoni.