
Si è aggiunta un’altra materia a quelle sorvegliate speciali nella scuola ticinese. Oltre a matematica e tedesco ora mancano anche docenti di educazione fisica. Un’erosione degli ultimi due anni che interessa in particolare la scuola elementare, motivo per cui, per evitare situazioni spiacevoli come avviene in altri cantoni, è stato aperto un master apposito. “La formazione è rivolta a docenti di scuola elementare che sono interessati ad ottenere un’abilitazione per l’insegnamento dell’educazione fisica”, spiega ai microfoni di Ticinonews il direttore del DFA/ASP Alberto Piatti. Tale abilitazione “consente di insegnare questa disciplina sia alle elementari sia alle scuole medie”.
“È importante offrire scenari di sviluppo”
La penuria vuole essere colmata sfruttando anche la mobilità professionale, per permettere a chi già insegna di ampliare le proprie prospettive. “Come DFA riteniamo che sia importante offrire scenari di sviluppo, crescita e carriera ai docenti attivi nelle scuole, dove abbiamo carriere che possono durare anche più di 40 anni”, prosegue Piatti. Per questo motivo “andiamo nella direzione di formazioni che permettono a insegnanti già in servizio di ottenere un titolo supplementare o di cambiare ordine scolastico”.
Matematica e tedesco
Per ovviare invece alla carenza di docenti di matematica, in particolare alle scuole medie, verrà riproposto il master già attivo da due anni che permette l’abilitazione a chi non ha studiato prettamente la materia ma giunge comunque da profili scientifici, così come il master in pedagogia specializzata e didattica inclusiva. La richiesta in tal senso rimane alta, motivo per cui la formazione diventerà annuale. Resta invece il grande scoglio del tedesco, in particolare al liceo. “Il problema che vediamo all’orizzonte riguarda le scuole superiori, dove l’unico titolo possibile è quello di persone che arrivano con una formazione completa in germanistica fino a livello master, le quali seguono poi l’abilitazione da noi per un anno”, afferma Piatti. Questi profili “sono estremamente rari, ma molto importanti per il nostro sistema”.
Formazione e opportunità
Come per i docenti si guarda al fabbisogno della scuola ticinese, così i 40 percorsi formativi della SUPSI, che l’anno scorso hanno interessato circa 3mila persone con 1’500 matricole, sono volti alla realtà lavorativa del nostro cantone. “In un periodo in cui si parla spesso di fuga di cervelli, noi ogni anno laureiamo circa 1’000 nuovi professionisti, che si inseriscono in ragione dell’80% nel mercato del lavoro locale”, ci dice il direttore generale della SUPSI Franco Gervasoni. “Ci sono quindi tante opportunità qualificate per lavorare in Ticino e questo penso sia un messaggio importante”.
Carobbio: “Occorre investire nel settore scolastico”
Il dialogo incessante tra DECS e SUPSI permette di monitorare da vicino le necessità formative del nostro cantone a 360°. Rimane tuttavia l’ombra sugli eventuali tagli, vista la situazione finanziaria. “Mi auguro che all’orizzonte si prospetti la necessità di continuare a investire nella scuola”, commenta la direttrice del DECS Marina Carobbio. “Ricordo che nonostante in Ticino si investano meno risorse nell’educazione e nella formazione rispetto ad altri cantoni, abbiamo una scuola di alta qualità e questo grazie al grande lavoro che fanno quotidianamente i docenti”. Per far sì che anche in futuro si continui sulla stessa strada “occorre investire nel settore scolastico e garantire delle buone condizioni di lavoro per mantenere attrattiva questa importante professione”.