Ticino
Mancano infermieri. "Allora perché tartassarli?"
Redazione
12 anni fa
Le rette della scuola sono aumentate del 50%, le retribuzioni sono diminuite. Il DECS: "L'armonizzazione era necessaria"

Si fa un gran parlare della carenza di infermieri in Ticino, o perlomeno della carenza di infermieri formati in Ticino. L'alto numero di frontalieri che lavora negli ospedali sarebbe appunto dovuto all'incapacità delle scuole ticinesi di formare sufficiente personale sanitario. Da più parti si è quindi deciso di correggere la tendenza. La formazione sanitaria è stata promossa in vari modi, tra cui campagna pubblicitarie rivolte ai giovani. Ma ora, con grande stupore, e disappunto, dei sindacati, il DECS ha preso una decisione che va controcorrente. Più uscite, meno entrateÈ stata infatti aumentata del 50% la tassa di frequenza delle scuole specializzate superiori: la retta semestrale è infatti salita da 600 a 900 franchi. Parallelamente sono state ridotte la retribuzioni degli allievi della Scuola specializzata in cure infermieristiche, quella che attualmente nel nostro Cantone forma il 70% degli infermieri. Le due misure comportano, tra maggiori uscite e minori entrate, un aggravio complessivo a carico dello studente infermiere di 5'400 franchi. Non certo il miglior modo per invogliare i ticinesi a imboccare la via della formazione sanitaria. "Armonizzazione sì, ma non verso il basso""È un errore di valutazione" commenta Renato Ricciardi, dell'OCST. "Noi da tempo chiedevamo un'armonizzazione delle retribuzioni tra gli studenti della SUPSI e quelli della scuola in cure infermieristiche. Ma ovviamente non un'armonizzazione verso il basso..." "È il Preventivo..."Ma il direttore aggiunto della Divisione della formazione professionale, Gianmarco Petrini, spiega come l'adeguamento delle retribuzioni, deciso dal Consiglio di Stato, era necessario per mettere sullo stesso piano le due scuole, mentre l'aumento della retta, anche quello deciso dal Consiglio di Stato, riguarda tutte le scuole professionali e fa parte delle misure del Preventivo 2013. Una misura che nessuno, in Gran Consiglio, avrebbe combattuto, secondo Petrini. Sistema scalare e più equo"Prima gli studenti della scuola in cure infermieristiche percepivano 800 franchi al mese" afferma Petrini, "mentre ora ne prendono 500 il primo anno, 700 il secondo e 900 il terzo. Quelli della SUPSI, che sono pagati solo durante gli stage, ricevevano 1300 franchi per ogni mese di lavoro, mentre ora sono 900 durante il primo anno, 1300 nel secondo e 1900 nel terzo. Ma chi sceglie la formazione infermieristica non lo fa per i soldi, lo fa perché ha dentro una motivazione forte. E in ogni caso si tratta di una formazione che offre ottimi sbocchi professionali, nonché buoni salari e prospettive di carriera." Due scuole, ma non un doppioneIl fatto che esistano due scuole parallele nella formazione degli infermieri può lasciar pensare che si tratti di doppioni. Unificarle potrebbe essere già una misura di risparmio, che eviterebbe di toccare il borsellino degli studenti. Ma Petrini spiega che non è così. "Le due scuole hanno un approccio diverso. La SUPSI, aperta solo a chi ha una maturità, è più di tipo universitario, promuove l'indipendenza di studio dell'allievo. La Scuola in cure infermieristiche, invece, accoglie anche chi non ha la maturità e offre una formazione più classica. C'è poi chi sceglie una delle due anche in funzione dell'ubicazione sul territorio. Grazie alla presenza di due scuole che formano infermieri, siamo riusciti ad aumentare il numero di giovani che scelgono questa strada, per cui riteniamo che il sistema attuale funzioni." Fabbisogno quasi copertoLe due scuole sfornano infermieri a sufficienza per gli ospedali e le cliniche, ma non per le case anziani, né per gli Spitex. "In quell'ambito resta necessario il ricorso a personale di oltre confine. E in futuro, per gli anziani,

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