Come ogni anno, nel periodo estivo, si torna a parlare di zanzara tigre. L’insetto, di origine asiatica, è arrivato in Ticino nel 2003 e dal 2007 ha iniziato a colonizzare il nostro cantone. La sua diffusione è costantemente sorvegliata e combattuta. E quest'anno l’istituto di microbiologia della SUPSI ha avanzato una nuova sperimentazione con lo scopo di limitare la diffusione di questo insetto. Come? Tramite la tecnica del maschio sterile. "Si alleva una grande quantità di zanzara tigre locale in laboratorio, che si sterilizza grazie a dei raggi X", spiega a Ticinonews Eleonora Flacio, responsabile del progetto. "Si separano poi i maschi dalle femmine e si rilascia una grande quantità di maschi, che non pungono, i quali vanno ad accoppiarsi con le femmine presenti sul territorio”. A questo punto le femmine produrranno delle uova non fertili, ovvero che non si schiudono. “Rilasciando settimanalmente per tutto l'arco della stagione grandi quantità di questi maschi, si dovrebbe ridurre la popolazione di zanzara tigre".
Minore densità di zanzara tigre
Una riduzione che sta avvenendo rispetto all’anno scorso tramite i metodi utilizzati per debellare l’insetto, ma anche grazie alla meteorologia e alla gestione privata dei focolai da parte dei cittadini. "È una specie invasiva che è presente in quasi tutto il territorio ticinese e si sta diffondendo in altri luoghi della Svizzera", spiega Diego Parrondo, collaboratore dell'istituto di microbiologia della SUPSI. "La troviamo sempre in più Cantoni. Quest'anno però la densità di zanzara tigre è minore rispetto all'anno scorso".
Perché Morcote
L'esperimento prevede il rilascio di esemplari in diverse zone del Cantone, partendo da Morcote. Un comune scelto perché "geograficamente isolato", riprende Flacio. "C'è il confine in gran parte con il lago e con la montagna. Non ha inoltre una continuità abitativa verso i comuni limitrofi. È quindi più facile dimostrare se il metodo funziona e analizzare i dati”.
Alla ricerca di finanziamenti
La tecnica del maschio sterile è in fase sperimentale e oltre alla sua efficacia, l’ostacolo più grande è quello dei costi. "È un metodo costoso, ma se dimostrerà la sua validità ed entrerà in commercio, i costi si abbasseranno drasticamente", prosegue Flacio. "Avevamo dei finanziamenti garantiti dall'OMS, ma sono venuti a cadere durante il Covid. L'esperimento a livello globale è invece continuato. In questo momento ci stiamo un po' autofinanziando e per quest'anno riusciamo a garantire l'esperimento. Stiamo comunque cercando i soldi per poter continuare l'anno prossimo".
I consigli
L’introduzione di questa tecnica si somma ai metodi utilizzati da parte dei Comuni, del Cantone, ma anche della popolazione. "Il consiglio è evitare che ci sia acqua stagna, soprattutto da maggio a ottobre", afferma Parrondo. "La zanzara tigre vola poco (non oltre i 100 metri) e se in 20 metri trova un po' di fresco e di persone rimane. Da maggio è dunque importante trovare tutti i focolai, trattarli e controllarli settimanalmente".