Ticino
Matrimoni gay: Marchesi e Farinelli a confronto
Marco Jäggli
5 anni fa
Il deputato UDC e quello PLR si esprimono sulla legge approvata ieri al Nazionale, sulla quale hanno votato in maniera radicalmente differente

Ieri, 11 giugno, il Consiglio nazionale ha approvato il progetto di legge sul matrimonio per tutti, con 132 voti favorevoli, 52 contrari e 13 astenuti. Il progetto parifica infatti il matrimonio tra coppie omosessuali ed etereosessuali: parità di diritti e doveri sia nelle questioni legate alla naturalizzazione ma anche all’adozione, uno dei nodi più controversi della legge in oggetto. Sono inoltre previste importanti novità per le coppie lesbiche: da oggi potranno avere accesso all’inseminazione artificiale. Una decisione, quest’ultima, avversata dal Consiglio federale, che è stata però accolta dalla Camera bassa. La legge ora dovrà essere approvata dagli Stati, dove si prevede una maggioranza meno netta. Il TG Speciale di Teleticino ne ha parlato con Piero Marchesi (UDC) e Alex Farinelli (PLR) , deputati che sulla tematica hanno votato su fronti opposti.

Piero Marchesi, cosa le dà così fastidio della legge approvata oggi?

Piero Marchesi: “Ritengo che ognuno debba poter esprimere il proprio amore come meglio crede. Già oggi c’è la possibilità per le coppie omosessuali di attingere alle unioni domestiche registrate, che garantiscono i diritti principali del matrimonio: la possibilità di tassazione congiunta e soprattutto l’inclusione nel diritto ereditario in caso di decesso. Ci sono degli aspetti intermedi tra matrimonio e unione civile su cui vale la pena riflettere ma qui si va molto oltre: si chiede il matrimonio per tutti. Il matrimonio a mio avviso è una forma giuridica che riguarda in particolare la famiglia tradizionale (uomo-donna), ma a dar fastidio non è tanto questo ma quello che si è approvato oggi: gli iniziativisti vogliono permettere alle coppie omosessuali di avere dei figli e soprattutto viene messo in difficoltà il principio del padre. L’articolo 159 a che è stato approvato oggi crea una grande confusione nella famiglia e a mio avviso verranno messi in pericolo i diritti dei figli”.

Per l’UDC quindi sono un problema sia l’inseminazione artificiale che l’adozione congiunta da parte di famiglie omosessuali. Perché?

Marchesi: “Ritorno sull’articolo approvato, contro il parere del Consiglio federale: siamo contro questo articolo che dice che se al momento della nascita del figlio la madre è sposata con una donna questa è considerata l’altro genitore. Cosa vuol dire? Ci sono due esempi. Nel primo caso se una donna dovesse avere un rapporto sessuale con un uomo e rimanere incinta, automaticamente il padre diventerebbe la compagna e non il padre biologico. Questo secondo me è molto grave perché toglie il diritto di essere padre ma toglie un diritto ancora più importante che è quello del figlio di avere un padre: avrebbe due madri ma nessun padre. Io sono assolutamente contrario a ogni forma di famiglia arcobaleno dove non si capisce più chi è il papà o chi è la mamma. Sono d’accordo di concedere ulteriori diritti alle coppie omosessuali ma nell’ambito delle unioni domestiche registrate, ma quello che riguarda il concepimento dei figli dev’essere riservato a uomo e donna”.

Alex Farinelli, oggi dunque sentite di aver privato padri e figli dei loro diritti?
Alex Farinelli: “Non penso oggi si sia tolto alcun diritto a nessuno. Oggi si è dato il diritto ad alcune persone che vogliono avere dei figli di poter coronare il loro sogno. Io penso che nel 2020 sia assurdo sentire dei discorsi in cui si parla di famiglie tradizionali quando in società ci si trova di fronte a molte tipologie di famiglie diverse. Dobbiamo uscire dagli stereotipi e pensare quale sia la situazione migliore per far crescere dei ragazzi, io penso che la soluzione migliore sia quella dove ci sia amore e dove ci sia la voglia di avere dei figli. Lo Stato non ha fatto altro che riconoscere una realtà che esiste: c’è già chi ricorre alla fecondazione assistita all’estero. Ai figli non importa la composizione della loro famiglia mentre è importante che siano ben curati, che non siano maltrattati e che si adempia a tutti i loro bisogni. Questo è quello che si deve occupare lo Stato”.

La vostra è quindi una critica dei modelli famigliari tradizionali?

Farinelli: “Non è necessariamente una critica: la nostra società esiste da migliaia di anni e la famiglia è cambiata continuamente. La famiglia sotto l’Impero Romano non era quella medioevale, che non era quella di inizio Novecento che non è quella odierna. La società per definizione è qualcosa in evoluzione e lo Stato deve adeguare il quadro legale a quest’evoluzione. Oggi è assurdo voler escludere una parte della popolazione perché, secondo taluni, non corrispondono al modello tradizionale. Bisognerebbe mettersi poi d’accordo su cos’è il modello tradizionale perché, secondo me, già lì ci sono delle grosse differenze”.

Alex Farinelli, in aula c’è chi ha sostenuto che siamo di fronte a una contraddizione, ovvero che di fronte alla tutela del diritto dei genitori di avere un bambino si lede al diritto del bambino di avere un papà. Cosa risponde?

Farinelli: “Il diritto del bambino ad avere un papà rimane, perché nel nostro ordinamento il bambino quando diventa maggiorenne ha la possibilità di sapere chi era suo padre. Proprio per questo si è voluta introdurre questa modifica di legge proprio perché in Svizzera questo diritto è garantito mentre se qualcuno va all’estero c’è la possibilità della donazione del seme in forma anonima, quindi il bambino non potrà mai sapere chi era il suo padre biologico”.

Marchesi: “Io vedo una vera banalizzazione del concetto. È evidente che è meglio avere due genitori dello stesso sesso che trattano bene il bambino piuttosto che una coppia etero che lo tratta male, ma queste sono delle banalità talmente evidenti che son quasi difficili da commentare. Quello che voglio ricordare ancora una volta che à anche da parte nostra c’è una piena apertura per i diritti della coppia nell’unione domestica registrata. Ci sono aspetti non ancora regolati e bisogna regolari, perché sono d’accordo con Farinelli che la società di 100 anni fa non è più quella di adesso. Io però rivendico con forza il concetto di famiglia tradizionale: secondo me rimane ancora quella tra uomo e donna perché è così storicamente, ma non vuol dire che non ci possano essere altre forme. Se si analizza la questione fino in fondo e si esce dall’emotività, questo articolo approvato al Nazionale è stato fortemente sconsigliato dal Consiglio federale per via dell’incertezza giuridica e delle complicazioni. Ci saranno figli che non sapranno chi sarà il papà: magari potranno attendere i 18 anni ma questa è per me una situazione inaccettabile che lede al diritto del bambino”.

Alex Farinelli, è stata ventilata la possibilità di un referendum, non era forse più pragmatico lasciar fuori la questione dell’inseminazione artificiale che crea maggiori problemi?

Farinelli: “Penso di no perché l‘inseminazione artificiale fa già parte della realtà dei fatti. Inoltre aggiungo che anche il figlio di una coppia eterosessuale che ricorre all’inseminazione assistita oggi deve aspettare fino a 18anni per sapere chi è suo padre biologico. È un falso problema. Io capisco ci sia un certo imbarazzo perché l’UDC in realtà non sosteneva niente di questa riforma, non è vero che era pronto ad accettare il matrimonio ma è infastidito dall’inseminazione... l’UDC voleva restare nel regime attuale. È ora di fare un passo avanti e adeguarci a una realtà che è ormai accettata in tutto il mondo”.

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