Cinque candidati, cinque temi, un minuto per rispondere. È la volata, l'intervista di Ticinonews a Fabio Regazzi (Centro), Alex Farinelli (Plr), Amalia Mirante (Avanti con Ticino&Lavoro), Marco Chiesa (Udc) e Greta Gysin (Verdi e Ps), dove i nomi che si contendono i due seggi ticinesi al Consiglio degli Stati descriveranno la propria ricetta per cinque grandi temi d'attualità. Oggi si parla di migrazione.
Regazzi: “Chi non rispetta le regole deve essere rispedito al proprio paese”
“In questi ultimi mesi c’è stata un’escalation a seguito dei conflitti che stanno caratterizzando il nostro pianeta, e non tanto lontano da noi”, ha detto Fabio Regazzi. I flussi migratori “vanno gestiti con un certo rigore e bisogna adottare comunque una politica restrittiva, perché noi non possiamo permetterci di accogliere tutti, soprattutto i migranti economici, anche se le loro regioni sono comprensibili. Non possiamo dare spazio a tutti”. Altro discorso invece per i migranti che fuggono da conflitti o da repressioni. In questo caso “è giusto che venga data loro accoglienza, ma nel rispetto delle regole che noi abbiamo e chi non le rispetta deve essere rispedito al proprio paese".
Chiesa: “Occorre distinguere i rifugiati perseguitati dai migranti illegali”
Secondo Marco Chiesa “abbiamo una problematica che dobbiamo assolutamente risolvere ed è quella di riuscire a distinguere quelli che sono dei rifugiati perseguitati dai migranti illegali, i quali utilizzano tra l’altro delle bande criminali per poter raggiungere il nostro paese”. 145'000 persone sono approdate a Lampedusa “e piano piano si avvicineranno alla nostra nazione. Dobbiamo quindi dare una risposta affinché le persone che hanno diritto all’aiuto umanitario siano accolte da noi, ma che quelle che non ce l’hanno possano e debbano subito ritornare a casa loro”. In questo senso la politica dell’asilo “deve essere rigorosa e le persone che delinquono nel nostro paese devono essere immediatamente rispedite a casa loro”.
Mirante: “Dobbiamo aumentare i controlli”
"Come va affrontato il tema della crisi migratoria? Senza raccontare bugie ai cittadini e far credere che possiamo accogliere tutti, e che possiamo farlo in maniera dignitosa. Questa è la prima questione", ha spiegato Amalia Mirante. “In questo momento delicato, visti i conflitti che ci sono nel resto del mondo e vista l'assoluta incapacità dell'UE di gestire la crisi migratoria, anche noi dobbiamo difendere il territorio ai cittadini del cantone e dobbiamo quindi fare in modo di aumentare i controlli e di mettere in atto tutte quelle misure che servono a tutelare la sicurezza in primis delle persone che vivono nel cantone”. Questo “secondo me è fondamentale e oggi forse lo stiamo facendo poco".
Farinelli: “Occorre solidarietà intercantonale”
“La crisi migratoria va affrontata collaborando con gli altri Stati, perché è impensabile che un paese da solo possa affrontare una tematica di questo tipo”, ha rilevato Alex Farinelli. “E per quanto riguarda le questioni puntuali come il problema che viviamo a Chiasso, questo va affrontato avendo anzitutto una solidarietà intercantonale. Non è ammissibile che a Chiasso e nei comuni limitrofi soggiornino 600 persone quando è previsto uno spazio per 300”. Rispettivamente, “la Confederazione deve assumersi la responsabilità di prendersi a carico quei migranti che in qualche modo sono problematici. Sappiamo che costituiscono una minoranza, ma sono una minoranza che crea problemi e disagi alla popolazione, quindi la Confederazione e gli altri cantoni devono darci una mano”. Per Farinelli “non è accettabile che il canton Ticino si debba far carico di un problema che arriva sul suo territorio per la sua posizione geografica e non perché non facciamo i nostri compiti. C'è bisogno di più spirito confederale per affrontare questo tema”.
Gysin: “Puntare sulla collaborazione internazionale per ridurre i flussi migratori”
L'auspicio di Greta Gysin è che si possa affrontare questa tematica “con dei discorsi un po' più pacati e un po’ meno ideologici. Dobbiamo fronteggiare delle situazioni obiettivamente difficili, come quella di Chiasso, e ci vuole più solidarietà intercantonale”. I cantoni della Svizzera centrale, in particolare, “devono mettere a disposizione degli spazi per ospitare le persone richiedenti l’asilo. In questa maniera, la situazione a Chiasso si mitigherà”. Dall'altra parte, per ridurre i flussi migratori “dobbiamo assolutamente puntare sulla collaborazione internazionale: la Svizzera da sola non riuscirà nell'intento di limitare la migrazione. Occorre riuscire a combattere le cause che portano a questa migrazione, quindi le guerre, ma anche la povertà e i cambiamenti climatici, e questi ultimi vanno risolti a livello internazionale”.