
“Il periodo delle cure intense ha fatto sì che mi siano arrivate delle lesioni permanenti. Ho una paresi del braccio destro, del piede sinistro e una fibrosi polmonare, che non mi lasciano più fare quello che facevo prima. Attualmente sono invalido al 100%”. Mirko Achermann ci racconta la sua storia con voce ferma, nonostante il suo viaggio attraverso la malattia e la pandemia abbia lasciato cicatrici profonde, alcune visibili altre no. Dopo essersi messo a disposizione come soccorritore durante la prima ondata di Covid-19, a ottobre 2020 gli viene diagnosticata la leucemia mieloide cronica, rendendolo immunodepresso, e quindi vulnerabile. “Io sarei dovuto essere stato vaccinato la settimana seguente, ma il 6 gennaio ho incontrato i miei genitori, da cui ho contratto il virus. Sono stato ricoverato quasi subito e il 15 gennaio ero già sedato e intubato”. A partire da quel giorno si sono aperti mesi molto bui per Mirko. Insieme a lui, infatti, a causa del covid erano ricoverati alla clinica Moncucco anche i suoi genitori. E, dopo una prima intubazione e un ulteriore peggioramento, si è reso necessario un trasferimento.
“Ora mi alzo senza avere un obiettivo”
“Sono stato trasportato al cardiocentro d'urgenza, perché senza la macchina Ecmo – necessaria per la circolazione extracorporea – sarei deceduto. Sono quindi stato trasportato senza che me ne accorgessi. E ho saputo solo in seguito di aver passato 21 giorni collegato al macchinario. Mi sono risvegliato che era il 23 marzo, giorno in cui sono venuto a sapere che i miei genitori purtroppo non ce l’avevano fatta. Per me sono spariti nel nulla, ed è brutto. Non ho potuto vederli né salutarli, le loro case non ci sono più e la loro automobile è sparita. Dopo vari mesi mi sono ritrovato a casa con uno scatolone contenente i loro averi più piccoli, ma tutto il resto non c’è più”. Definire difficile il risveglio è un eufemismo, ci dice Mirko, che da quel momento in avanti vede la sua vita completamente cambiata. “La macchina che mi ha salvato la vita me l'ha anche rovinata. Prima mi alzavo alle 6 del mattina e rientravo dal lavoro più o meno alle 7 di sera. Adesso mi alzo alle 4 del mattino per prendere i farmaci. Poi mi riaddormento e mi alzo alle 07:30-8, ma senza alcun obiettivo. Senza nulla da raggiungere. L’unica cosa che faccio è fisioterapia, accompagnata da qualche piccolo hobby al computer. Poi c’è anche il mio cane a tenermi compagnia. Adesso ho anche cominciato a nuotare perché l’acqua mi toglie quello che è il peso corporeo, e ora riesco a muovermi un po’ meglio. Sto quindi cercando di fare attività fisica in questo senso”.
“Sono state messe da parte molte situazioni legate al Covid”
Per i danni fisici, la paralisi e i problemi polmonari non c’è possibilità di miglioramento, e per non peggiorare una situazione già delicata Mirko deve sottoporsi a numerose sedute di fisioterapia e, una volta all’anno, ci dice, deve essere ricoverato per quasi un mese per delle sessioni di fisioterapia intensiva. È una strada impervia e quotidianamente in salita la sua che però ha deciso di raccontare in un diario online. “Pensavo che condividere queste esperienze, magari parlarne tra persone che hanno fatto esperienze simili, potesse aiutare anche me, ma anche magari chi le ha fatte e si ritrova da solo o non sa con chi confrontarsi. Ma anche perché ho notato che a livello generale si parla molto di tante cose legate al Covid, ad esempio dei no-vax, delle fake news, della politica sanitaria, degli isolamenti delle varie persone. Che sono cose che ci sono state, è vero. Però c’è stato anche altro. Ci sono state situazioni come la mia o di altri come me che sembrano essere state messe da parte".