Ticino
Misure di compensazione IPCT, ErreDiPi scende in piazza
Redazione
17 giorni fa
Il 9 giugno prossimo in Ticino si voterà anche sulle misure di compensazione per attutire l’abbassamento del tasso di conversione delle pensioni statali. Per mostrare il proprio sostegno alla misura, la Rete per la Difesa delle Pensioni (ErreDiPi) ha deciso di tornare a manifestare.

Di nuovo in piazza per le pensioni: avverrà il 22 maggio a Bellinzona ed è la modalità di campagna scelta da ErreDiPi. Il desiderio è far passare il messaggio che questo non sia un regalo agli statali, ma un rimedio al crollo dei rendimenti per ampie fasce della popolazione. A favore del sì, una decina di giorni fa è sceso in campo un ampio comitato composto da partiti e sindacati, dove mancava praticamente solo ErreDiPi.

"La nostra scelta è sì"

A Enrico Quaresmini, membro del comitato, Ticinonews ha chiesto come mai: "In realtà non siamo stati invitati. È importante una manifestazione popolare in modo tale che non si deleghi la difesa dei proprio diritti", spiega Quaresmini. "Gli assicurati IPCT hanno il dovere di difendere le misure di compensazione, perché è qualcosa che li tocca personalmente. Poi sono molto grato ai partiti, alle associazioni e ai sindacati che in un modo diverso da noi difenderanno queste misure. Questo vuol dire che le nostre argomentazioni li hanno convinti". ErreDiPi sostiene il sì in modo convinto, anche se in una fase di negoziati avrebbe chiesto di più, come conferma Quaresmini: "Si deve lavorare in modo convinto e poi a un certo punto bisogna fare una scelta e la nostra scelta è sì". 

"Un danno economico enorme"

Una questione che tocca gli impiegati dello Stato e del parastato, ma che secondo gli organizzatori della manifestazione interesserà tutta la popolazione, come afferma Paolo Galbiati di ErreDiPi:  "Se è vero che toccherebbe la categoria dei dipendenti pubblici, dobbiamo considerare che questa categoria di 17'000 lavoratori e le relative famiglie, gli attuali assicurati all’IPCT a cui si sommano i futuri iscritti, rappresentano il nocciolo duro della nostra classe media. Se si andasse a tagliare un ulteriore 15-20% delle pensioni, dopo aver già tagliato fino a un 20% negli ultimi 15 anni, è evidente che il danno economico sarebbe enorme". "Questo significa - prosegue Galbiati - impoverire una larga categoria che appartiene alla classe media e dunque farla scivolare in una situazione dove non potrebbe più sostenere i consumi, che sono alla base della creazione del reddito, in altre parole del PIL di questo cantone, un cantone che ne avrebbe tanto bisogno, perché soffre di povertà".